Ha valicato la soglia dei trent’anni, con dieci di carriera e molte collaborazioni sulle spalle (a cominciare da Andrew Bird), dopo essere stata scoperta da Alan Sparhawk dei Low: Haley Bonar arriva al sesto album e un po’ cerca di tirare le somme della sua vita facendosi introspettiva.
La cantautrice canadese, che ha vissuto tra Duluth e Minneapolis, con questo disco fa il classico salto, nel passaggio da ragazza a donna. Dopo il cambio di sonorità dal folk al rock, già avvenuto nello scorso disco, qui ci presenta delle canzoni venate da un pop sporco al profumo melanconico, ma anche con un certo piglio rock-new wave inusuale. Suoni perfetti per raccontare, tra ipnotiche ballate, storie sull’altalena della vita, sulla fine della gioventù e su problemi e paure da grandi.