Justin Bieber sbarca in Italia per due date del Purpose World Tour. L’arrivo della giovane popstar canadese a Bologna il 19 novembre 2016 non passa certo inosservato. Sono, infatti, 15 mila i biglietti staccati, per la sola serata di sabato, per un concerto che ha fatto registrare sold out da tempo. Molte fan, inoltre, hanno deciso di passare la notte in tenda intorno alla Unipol Arena di Casalecchio di Reno in modo tale da essere tra i primi ad entrare, fregandosene delle condizioni atmosferiche non ideali. La giornata di sabato è segnata da una leggera pioggia ma soprattutto dalla nebbia che “obbliga” ad essere sul posto in anticipo, ed alle 16, ben due ore e trenta prima dell’apertura dei cancelli, erano già in tanti ad essere in fila.
Alle 21 esatte Justin Bieber fa il suo ingresso ad effetto sul palco. Prima, ma solo per dovere di cronaca, vanno segnalati in apertura i The Knocks conosciuti anche nel nostro paese grazie al singolo “Classic feat. Powers” che aveva ben girato in radio. Il brano per l’occasione è stato cantato da Annalisa. Va anche detto, sempre per dovere di cronaca, che nessuno si è accorto di loro. Ma arriviamo al concerto. Dentro ad una gabbia di vetro Bieber, sulle note di “Mark My Words”, da il via alla serata e di conseguenza da inizio alle grida di gioia delle tante fan che continueranno a cantare (e ad urlare) senza sosta. Tolta la gabbia, Justin Bieber inizia a ballare e seguito a ruota da 12 ballerini da vita a delle coreografie di tutto rispetto, ideali per coinvolgere il pubblico in brani dance come “Where Are You Know”, brano che ha agevolmente conquistato anche i molti genitori presenti sulle tribune.
Il ragazzo è un intrattenitore nato e la serata prosegue in scioltezza tra fuochi artificiali e balletti fino al momento più intimo dello spettacolo. Justin seduto su un divano rosso posto al centro del palco suona la chitarra ed esegue in acustico “Cold Water” e “Love Yourself”, il celebre brano scritto da Ed Sheeran. Dopo quaranta minuti di show finalmente sento la voce di Bieber. Sia chiaro, lo so che ballare e cantare non è facile, ma in alcuni punti dello spettacolo l’uso del playback è stato abbastanza eccessivo. Durante “What Do You Mean” per esempio, non ha mai aperto bocca.
Dopo una brave pausa, il Nostro ritorna sul palco sulle note di “No Sense” per la parte finale. Ed ecco che arrivano la già citata “What Do You Mean”, “Let Me Love You”, “Baby” (tra le più apprezzate) e la chiusura in stile Beyonce con Sorry. Bieber e i ballerini si scatenano e ballano sotto una cascata d’acqua che ricorda quella vista a San Siro per il concerto di Queen B. Certo, non è paragonabile ma la ricorda.
La prima data va quindi in archivio in scioltezza anche se Justin Bieber non ha di certo entusiasmato più di tanto. L’impressione è quella di un artista consapevole di aver portato a casa il compitino con il minimo sforzo. Un sei striminzito che non rende giustizia ad un album, Purpose, che ha conquistato tutti o quasi.
Perché ok i balli, i visual curati e una band di supporto super che vale almeno il 50% dello show, ma Justin Bieber non canta quasi mai, salvo i due brani acustici, preferendo l’uso del microfono per chiedere ai presenti la pronuncia esatta di “lasagne”, “fettuccine”, “pizza” ed altri cibi italiani. Personalmente, da un artista capace di vendere circa 30 mila biglietti per due date, mi sarei aspettato di più. E diciamolo una volta per tutte: basta con le frasi fatte, piuttosto evita e recupera il fiato per fare la cosa che, si presume, ti venga meglio, cantare.
La scaletta del concerto
1. Mark My Words
2. Where Are Ü Now (Jack Ü cover)
3. Get Used to It
4. I’ll Show You
5. The Feeling
6. Boyfriend
7. Cold Water (Major Lazer cover)
8. Love Yourself
9. Been You
10. Company
11. No Sense
12. Hold Tight
13. No Pressure
14. As Long As You Love Me
15. Children
16. Let Me Love You (DJ Snake cover)
17. Life Is Worth Living
18. What Do You Mean?
19. Baby
20. Purpose
Encore:
21. Sorry
https://www.youtube.com/watch?v=0aewCPz5t4E