Chiara presenta Nessun posto è casa mia: Basta compromessi, questa sono io

Del suo nuovo disco “Nessun posto è casa mia”, uscito venerdì 24 febbraio 2017 e anticipato dall’omonimo singolo sanremese, Chiara Galiazzo non cambierebbe una virgola. Figlio di un lungo percorso di ricerca e maturazione personale, questo terzo album, che arriva a quasi tre anni dal successo del singolo “Straordinario” e del secondo disco “Un giorno di sole”, vanta la collaborazione di Mauro Pagani alla produzione e di autori come Pacifico, Daniele Magro, Marco Guazzone, Giovanni Caccamo, Niccolò e Carlo Verrienti. Nel disco, poi, oltre all’inconfondibile voce, c’è tanto altro di Chiara, coautrice, assieme a Virginio, Edwyn Roberts e Sefano Marletta, di quattro brani: “Buio e luce”, “Grazie di tutto”, Fermo immagine” e “Chiaroscuro”, le “canzoni del salotto”, dal luogo dove sono nate.

Due anni di cambiamento.E’ stato un processo naturale, durante il quale sono successe molte cose: ho compiuto trent’anni, ho cambiato alimentazione, sono andata in analisi, perché ho pensato che fosse impossibile capire che cantante volevo essere se prima non riuscivo a capire che donna volevo essere. Tanta gente dopo il provino a “X Factor” si è chiesta dove fosse finita la ragazza dei Massive Attack. Beh, adesso è qui. Un anno e mezzo fa ero molto confusa, ma ora sono riuscita a inquadrare il mio percorso. Ho lavorato tanto per acquisire consapevolezza, ma sono stata anche fortunata, perché ho incontrato delle persone che mi hanno capita e spinta a esprimermi come sapevo di voler fare, ma non riuscivo, mi mancava la verità. Ora vedo chiaramente che quando una canzone è vera viene capita e chi ascolterà questo disco capirà che ho voluto seguire il sentiero della verità, con tutti i rischi del caso”.

Il periodo di pausa.Uscire da un talent è molto complicato, sembra facile all’inizio, ma poi è un disastro, va tutto così veloce e ci sono un sacco di emozioni contrastanti, di cui io stavo iniziando a soffrire un po’ troppo, quindi ho deciso di fermarmi. Una scelta difficile di questi tempi, ma ho deciso di prendermi il rischio, perché alla fine è meglio non farsi nemmeno vedere, se non si sa con chiarezza quello che si vuole dire. Mi sono presa una pausa per lavorare su tutto e mi sono detta che il prossimo album sarebbe stato esattamente quello che avrei fatto se non fossi andata a un talent e avessi fatto invece un percorso normale, alla vecchia maniera. Questa sono io, poi si va avanti e sicuramente potrò fare di meglio con l’esperienza, ma questo è l’album che ho fatto da persona pensante, con del tempo, prendendomi anche qualche rischio”.

L’incontro con Mauro Pagani.Ho avuto fortuna, perché ho incontrato Mauro passando per caso dalle Officine Meccaniche e avevo bisogno proprio di una persona come lui. Una cosa che ho imparato è che da soli non si fa niente e una sfaccettatura del talento è anche quella del saper attirare delle persone che realmente ti possono aiutare e capire. Poi che questa persona fosse Mauro Pagani, non avrei mai osato pensarlo, ma in realtà anch’io uso la parola facile, è stato facile, eravamo d’accordo su tutto e abbiamo lasciato che le cose arrivassero come dovevano arrivare senza fare discorsi su vendite, mercato e quant’altro. Questa è musica, è magia, emozione ed è una cosa che mi ha insegnato lui”.

Chiara è una cantante fantastica. Il suo approccio con la voce e con la parola rendono il lavoro dell’arrangiatore o del produttore molto semplice, basta rimuovere tutti gli ostacoli tra chi parla e chi ascolta. Sentendo i provini poi c’era una gran bella scelta di pezzi. In fondo è stato facile, perché Chiara aveva già fatto un lavoro di impostazione molto solido, si era cercata i pezzi, aveva lavorato con gli autori, cercando di tirar fuori un suo taglio personale e di fare in modo che i pezzi evitassero il più possibile i luoghi comuni, pur mantenendo un approccio semplice, lineare e popolare con quello che stava raccontando”, aggiunge Pagani.

Gli autori.Anche la scelta degli autori con cui collaborare è stata una cosa molto spontanea e ci siamo divertiti, perché la cosa è nata un po’ come quando ti trovi con degli amici e non pensi: dobbiamo lavorare, dobbiamo fare un pezzo entro stasera. Ovviamente non abbiamo cazzeggiato tutto il giorno tutti i giorni, però abbiamo lavorato in modo sereno cercando di tirare fuori una cosa bella, non forzata. Avevo bisogno di dire quello che volevo veramente dire, perché, tranne che nel caso di autori che mi conoscono così bene per cui l’incontro tra ciò che penso e la canzone è automatico, non riesco più a cantare qualcosa che venga fuori da qualcun altro senza spiegarmi. La verità di questo disco sta anche in questo”.

Copertina e simboli.Le foto sono di Giovanni Gastel ed è vero, lavorare con quelli bravi è più facile! Partendo dal vestito con l’onda, che simboleggia il continuo movimento, la farfalla è leggera, vola, il colibrì è l’uccellino più piccolo del mondo, ma ha il suo carattere, perché nelle cose piccole stano i grandi contenuti e, infine, il simbolo che amo di più è la carpa: come la fenice simboleggia la rinascita e la forza di volontà, che è il motivo per cui sono qui, perché dopo sei tentativi ai provini di “X Factor” e quattro ad “Amici”, ecco, avrei potuto mollare”.

Attualmente impegnata nell’instore tour, che nei prossimi giorni toccherà Bari, Padova Catania, Palermo e Marghera (Venezia), Chiara il 23 aprile terrà un concerto in anteprima al Blue Note di Milano. Info e biglietti disponibili sul sito ufficiale del locale.