Dopo il debutto sul palco dell’Ariston, per Giulia Luzi arriva il momento di fare sul serio nel mondo della nostra musica. Si intitola “Togliamoci la voglia” il suo secondo album, pubblicato durante la settimana sanremese. Arriva dopo “Amica nemica” del 2011, con l’attrice che ha raccolto in un unico lavoro discografico – il primo – le colonne sonore di “Un medico in famiglia”, la serie tv targata Rai che l’ha vista tra i protagonisti.
Si tratta di un ulteriore passo in avanti della cantante ed attrice romana, già impegnata in musical e doppiaggi ma da sempre legata al canto. Il suo ultimo progetto arriva dopo un Sanremo da outsider che non l’ha vista brillare ma che le ha permesso di presentarsi al grande pubblico.
È proprio “Togliamoci la voglia” la title-track presentata al Festival in coppia con Raige. Si tratta di una scommessa rischiosa che non ha dato i frutti sperati, ma premiamo il coraggio dei due artisti per un brano che magari troverà maggiore fortuna in radio. Un duetto che limita le tonalità vocali della Luzi – in contrasto con la voce più dura del rapper piemontese – e che pecca nel ritornello poco incisivo ma che dà vita a un brano atipico per la kermesse. Altro featuring con Raige è una rivisitazione di “C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones”, molto più pop rispetto all’originale e con una Luzi più a suo agio, in una canzone che le permette di esprimere tutto il suo talento. Un singolo dalle due facce, una rap e una dove emerge il timbro della giovane protagonista, in poco più di tre minuti conditi da acuti e rime dell’MC che però non snaturano il brano.
“Cullami” è il classico brano che sottolinea lo stile acqua e sapone della cantante: un testo dolce accompagnato dal piano e poche variazioni strumentali. Aggressivo e più diretto è “Paracadute”, incentrato sulla vera bellezza e sulla libertà femminile, mentre “Mi perdo spesso” è un guardarsi allo specchio, riflettendo su ciò che è stato e ciò che conta realmente. “Un abbraccio al sole” è tra le più movimentate dell’intero album, con un ritornello che si fa ascoltare e canticchiare, anche grazie ad un tipo di sound che difficilmente tradisce questo genere.
“Viversi in un attimo” dà l’impressione di essere qualcosa di già sentito: tipicamente pop, anche qui è la base a farla da padrona.
Altra collaborazione con il mondo rap è “N.D.M – Non disseti mai” con Clementino, dove il rapper campano impone il proprio stile e Giulia Luzi riesce a ritagliarsi uno spazio importante, dedicando la sua voce alla parte più “dolce” del brano e al refrain. Altro tono per “La notte – Stimola i sensi”, più drammatica, che però si illumina con il passare delle strofe, lì dove emerge un velo di malinconia per quelle parole non dette.
“Come la neve” ripercorre gli stessi temi già presentati: l’amore e il suo gioco di sguardi sono ancora protagonisti, ma questa volta spicca maggiormente la base a tratti votata all’elettronica che accompagna la voce della cantante romana. In “Chi c’è” troviamo invece un ritmo più lento e un testo ancor più riflessivo, con la musica che tende la mano alle tonalità della Luzi, mentre è “Non, je ne regrette rien” a chiudere il disco, con un omaggio ad Edith Piaf e al suo capolavoro.
Un progetto discografico che brilla solo a tratti: “Paracadute” e “Un abbraccio al sole” potrebbero trainare l’album nelle classifiche – soprattutto il primo -, ma per la maturazione completa bisogna ancora lavorare ed attendere. Su dodici, tre brani presentano un featuring con il mondo rap. Non è un dato che passa inosservato, ma Giulia Luzi dimostra di poter reggere il confronto ed il “duello pacifico” con un genere che si allontana dal suo. Saranno i risultati a dire se ne è valsa la pena di correre questo rischio.