Deathwish – Unleash Hell

Gli statunitensi Deathwish tornano con il lancio del loro secondo album, intitolato “Unleash Hell”; sonorità speed punk e voce urlata sono i punti cardine di questo LP, il cui impatto, seppur deciso e graffiante, non sembra convincere più di tanto.

Tutte le canzoni sono caratterizzate da un piglio aggressivo, tuttavia esse tendono ad assomigliarsi eccessivamente, facendo risultare il lavoro nell’insieme un po’ troppo ripetitivo. Riff di chitarra e batteria scatenata tengono temporaneamente alta l’attenzione nell’ascoltatore, la quale, tuttavia, tende a scemare con lo scorrimento dei minuti. Il sound si presenta ridondante e senza variazioni sufficienti a tenere vivo il focus d’ascolto, gli strumenti spiccano a fatica, e la voce del cantante Bitty non ha la presa sufficiente per aggiungere personalità alle tracce.
Lo stile adottato è fortemente influenzato dai Motörhead, ma finisce per diventarne una copia: se Lemmy e co. hanno saputo sfoderare pezzi memorabili nel corso della loro carriera, in questo album nessuna traccia persiste nella memoria dell’ascoltatore, il quale, pur scosso dai ritmi frenetici, non viene sufficientemente coinvolto emotivamente.

La percezione della performance è quella di una forte inclinazione alla “rabbia” fine a se stessa, tralasciando l’aspetto tecnico e denotando pesanti lacune sul fronte creativo. Il risultato è un lavoro che si perde nella ripetitività, espresso in soli ventisette minuti di aggressività confusa e dispersiva.
Un lavoro forse apprezzabile dai patiti del punk estremo, i quali, tuttavia, dopo un primo approccio potrebbero orientare il proprio ascolto verso lidi più gradevoli e ricchi di varietà esecutiva.