Francesco Gabbani – Magellano

A due mesi e mezzo di distanza dalla vittoria di “Occidentali’s Karma” sul palco di Sanremo arriva il nuovo album di Francesco Gabbani dal titolo “Magellano”. Si tratta del terzo lavoro discografico per il cantante di Carrara, dopo il primissimo “Greitist Iz” e “Eternamente Ora”.

Un disco dalle due facce, così come il suo interprete. Una sorridente, che illumina il viso e ti contagia a guardare tutto il bello che c’è. L’altra, invece, più introspettiva e meno scanzonata. Fa meno breccia sì, ma colpisce lo stesso, anche se non trascina.

Partiamo da “Magellano”, titletrack del progetto. C’è il viaggio al centro di tutto, quello che dobbiamo cercare dentro di noi per poi esplorare il mondo. Non potevamo che aspettarci un super refrain che ci entrasse in testa, e così è stato: da quel “Magellano / nella terra del Fuoco” quasi una sigla di un cartone animato fino allo slogan “Sudore, fiato, cuore”, passando per l’urlo tribale che apre e chiude il brano.

Tra le granite e le granate” sarà il prossimo singolo estratto – dopo Occidentalis Karma – e capiamo già perché. Ci sono i giochi di parole, il sound che ti fa scatenare e il solito quanto sempre apprezzato “na na na na” che, inutile a dirsi, sarà ancora un tormentone. Come per il successo dell’Ariston però, non mancano le citazioni auliche: uno su tutti Dante e “lasciate ogni speranza o voi ch’entrate”.
 Sulla stessa scia, forse ancor più bella per base elettronica e titolo soprattutto, arriva “Tra pachidermi e pappagalli”: non basta “Oh my darling” perché c’è meno ritornello, ma prende il giro il complottismo e gli strizza l’occhio, portandolo in musica e smontandolo – speriamo – in tutto e per tutto.

Questo tris, insieme alla canzone vincitrice del Festival, rappresenta la prima maschera di Gabbani. L’altra invece è più riflessiva e sembrerebbe quasi meno spassosa, ma merita comunque molto. Ad anticipare l’altro Francesco è “Spogliarmi”, dove lo sguardo lo rivolge a se stesso e anche i toni ne risentono, abbassandosi lievemente. Stesso discorso e ancor più pensieri in testa per “La mia versione dei ricordi” e “A moment of silence”, mentre “Foglie la gelo” abbiamo già imparato a conoscerla al cinema con il film “Poveri ma ricchi”. Se volete ballare queste qui non fanno per voi: sono da silenzio, cuffie e ricordi.

Insieme alla cover “Susanna Susanna” per omaggiare Celentano, non potevamo non chiudere con “Occidentalis Karma”. Ci ha fatto ricredere ed ha scritto una nuova pagina della nostra musica e soprattutto del destino di Francesco. Portandolo all’estero e alle stelle.

Gabbani ha parlato di un concept album quasi non voluto, che ha trovato la sua anima solo durante il viaggio. Il risultato è un grande sorriso per ciò che propone “Magellano” e anche un grande indizio su quale sia la strada che piace di meno. Perché puntare al massimo e saperci ridere su è una ricetta che funziona alla grande.