Per salire a bordo del bus granturismo dei Texas bisogna ricordarsi che quel veicolo calca le strade del mondo da un trentennio, che seppur ben revisionato e rimesso a nuovo, difficilmente raggiungerà le performance di quando era appena rodato, anche se saprà dare sempre delle belle soddisfazioni se ben curato.
Il gruppo scozzese negli anni è passato da sonorità country a suoni più pop e commerciali, sperimentando influenze elettroniche e indie, vedendo momenti di indiscutibile successo a livello mondiale con gli album “White on Blonde” e “The Hush”, ma anche periodi bui sia dal punto di vista professionale che personale. Il loro ritorno di oggi con “Jump on Board” soddisfa a metà chi li aspettava al varco con questo nuovo lavoro: i brani sono piacevoli e ben prodotti, ma si basano su schemi convenzionali che anche quando funzionano bene, lasciano un senso di incompiuto, come se mancasse la chiosa di qualità che tutti si aspettavano da un ritorno in grande stile.
Il singolo “Let’s Work It Out” col suo leggero riff di chitarra crea le giuste aspettative e anche la successiva “Can’t Control” pur con altri registri sonori convince anche se non entusiasma.
Poi però i Texas invece di ingranare la quinta scalano marcia e il bus sembra arrancare: un paio di tracce che cullano un accenno di sonnolenza e poi il viaggio riprende come se ci si rimettesse in marcia coi primi raggi del sole. “Tell That Girl” è una sferzata di energia col suo ritmo più rock ed energico, ma il resto dell’album è un po’ come un rettilineo in una landa di campagna: senza soste ma neppure senza attrazioni di rilievo conduce alle ultime due tracce “Midnight” e “Round the World”.
La coppia di canzoni da una doppia chiusura al disco, lasciando un’amara speranza all’ascoltatore costruita sulla sensazione che il gruppo sappia ancora fare buona musica, che saprà anche in futuro regalare dei gioiellini pop, ma che per godersi a pieno i loro lavori bisognerà sempre avere un approccio un po’ distaccato e poco pretenzioso, che la delusione altrimenti sarà sempre dietro l’angolo.