Piccoli Animali Senza Espressione – Sveglio fantasma

La classe non la si ostenta, la si ascolta con piacere. “Sveglio fantasma“, il terzo disco dei Piccoli Animali Senza Espressione, è eleganza pop elettronica con bellissimi arrangiamenti e suoni. Potrà sembrare banale descrivere così un lavoro interessante e di spessore, dominato da linee melodiche delicate e da arrangiamenti e suoni studiati nel minimo dettaglio. Eppure si resta piacevolmente conquistati da un disco che alza l’asticella della qualità e della raffinatezza percorrendo la strada della semplicità. Concetti solo apparentemente antitetici, perché l’essenziale sarà pure invisibile agli occhi, ma alle orecchie ci arriva e con gradevolezza.

“Sveglio fantasma” è un disco che merita più di un ascolto. Al primo impatto ci si fa cullare dalle sonorità ovattate e morbide, al secondo ci si addentra nei testi e nelle storie raccontate dai Piccoli Animali Senza Espressione: si apre con “La teoria delle stringhe” ma non spaventatevi, non si parla di fisica ma di sentimenti. Conquistano la splendida “Oltremare”, con una chitarra inacidita che crea un bel contrasto sul beat elettrico creato ad arte da Filippo Trombi e Andrea Fusario, “Come il quadrato” di eterea poesia, mentre il cuore si velocizza al ritmo di “Lupa” e di “La mia parte lagunare”. I testi di spessore, a tratti sognanti, sono tutti firmati da Annalisa Boccardi. Il canto di Edoardo Bacchelli è pulito e preciso, mai sforzato, non urla, declama con grazia le parole: un esempio perfetto della sua eleganza vocale è “Luminoso”.

Tracce separate“, che chiude il disco prodotto artisticamente dall’artista fiorentino Tenedle, è una canzone solo apparentemente staccata dal resto: al pianoforte c’è Mauro Grossi, maestro di Stefano Bollani, e la chiarezza delicata del brano è il giusto saluto finale.

Edoardo Bacchelli, Andrea Fusario, Filippo Trombi e Annalisa Boccardi ci hanno regalato un terzo lavoro che illumina gradevolmente la scena pop elettronica, con intelligenza e onestà. Ci auguriamo che dal vivo non perdano un grammo dell’eleganza dimostrata e che “Sveglio fantasma” venga ascoltato con la migliore disposizione d’animo e curiosità, perché è possibile fare dischi di pop elettronico di altissimo livello senza scivolare in qualcosa di già sentito e senza scimmiottare le superproduzioni del genere. Qui ci sono classe e genuinità. Ben vengano le sveglie dei fantasmi, se portano risultati così.