Pinewood Smile, uscito il 6 ottobre 2017, è il quinto album in studio dei redivivi The Darkness. Il terzo post reunion del 2011. L’eredità da raccogliere non era per niente facile in quanto “Last of our Kind” è stato un album davvero ben riuscito con una one-two-three iniziale micidiale fatta da “Barbarian”, “Open Fire” e la stessa title track.
Diciamolo subito, anche se a malincuore, l’operazione non è riuscita. L’album è molto probabilmente il più debole della carriera del quartetto britannico contendendosi il primato con “Hot Cakes”.
Nelle dieci tracce che compongono l’album ci sono miriadi di spunti interessanti e l’elenco non è indifferente. Ci sono il riff di “Buccaneers of Hispaniola” al minuto 1.00, l’iniziale “All the Pretty Girls” che è un singolo sbarazzino che male non fa, il testo di “Solid Gold” esplicito quanto basta e “Southern Trains” e “Japanese Prisoners of Love” che sono i brani più forti del lotto. Ottima come sempre la performance vocale e nei testi di Justin Hawkins, tamarri al punto giusto i riff del fratello Dan, solida e affiatata la sezione ritmica con Frankie e Rufus, ma le eccellenti prove dei singoli non si trasformano in una performance di squadra che arriva oltre la risicata sufficienza. Gli altri brani del lotto scorrono via in maniera anonima e ho sentito B-Side dei The Darkness davvero molto più convincenti di “Why Don’t the Beautiful Cry?” “Lay Down with Me, Barbara” e “Happiness”.
Certo, come detto non si può negare che in generale tutti brani di Pinewood Smile siano eseguiti bene, prodotti egregiamente, e che la band abbia finalmente trovato una quadra dal punto di vista dell’affiatamento, ma tutti questi presupposti non danno una spinta decisiva alle canzoni dell’album che hanno il principale difetto di non decollare mai anzi, al contrario, partono con le migliori intenzioni ma poi si perdono, calano di intensità. Questo è probabilmente l’aspetto che più penalizza l’intero lavoro.
Una band che aveva ritrovato la sua stabilità, che live riesce sempre a convincere tutti, anche i più scettici, si meritava una prova più convincente.