Lorenzo Licitra, Maneskin, Enrico Nigiotti e Samuel Storm, la recensione degli EP dei finalisti di X Factor 2017

Una volta finito lo show, inizia la vita vera. In questo day after, facciamo i conti con gli EP dei finalisti di X Factor 11. Si spengono i riflettori del talent che ogni anno tiene incollati milioni di spettatori e si accende la musica che, in fin dei conti, rappresenta quella che dovrebbe essere la linfa vitale del format.

Partiamo dal vincitore, quello che sulla carta avrà vita facile rispetto agli altri a partire da oggi. Il lavoro discografico di Lorenzo Licitra presenta nomi importanti e performance decisamente orecchiabili. Il suo inedito “In the Name of Love”, che dà il nome al disco, lo immaginiamo all’Eurovision come sua dimensione perfetta. Elemento croce e delizia: siamo davvero pronti a un singolo del genere? Con “Titanium” invece è meno aggressivo di Sia, ma tocca corde più dolci.

Quelli che sembravano essere i favoriti assoluti devono accontentarsi del secondo posto. I Måneskin hanno conquistato tutti per la loro essenza fiera, quasi altezzosa. Complice anche lo stile dell’album che riesce a far coesistere Ed Sheeran e Caparezza, con risultati discreti. La titletrack “Chosen” ricorda molto i Placebo di “Without You I’m Nothing”, e i quattro la padroneggiano in maniera imperiosa. Bene il pezzo di Ed, benissimo “Somebody Told Me”. Inizio al top in “Vengo dalla luna”, ma si perdono poi nella crescita del brano.

Non è bastata invece l’emozione esplicita per far breccia nel cuore del pubblico. Ci ha provato fino alla fine Samuel Storm, ma è stato il primo a cadere nella finale di giovedì. Il suo EP “The Story” ha più di un velo di malinconia. Armonioso e appassionato il suo inedito che dà il titolo al disco, mentre in “Rolling In The Deep” di Adele scopre il suo tono lievemente graffiato che rovina una comunque ottima padronanza di un pezzo per nulla semplice.

Chiudiamo con Enrico Nigiotti. La sua “L’amore è” dà l’impressione di qualcosa già ascoltato prima. Cattura sì, ma alla lunga stona eccome. Ha il merito di aver riportato sotto i riflettori un gran pezzo come “Il mio nemico”, di Daniele Silvestri. Non sfigura, sia chiaro. Ma non è quella la dimensione più adatta, e infatti con “Mi fido di te” di Jovanotti si trova perfettamente a suo agio. È la vena romantica quella in cui riesce a incastrarsi al meglio.

Quattro lavori che sintetizzano un’esperienza. La loro, maturata in uno show. E la nostra, ancora una volta messi alla prova di fronte alle novità del nostro panorama musicale.