Si tratta di un trio bresciano attivo dal 2008, che dopo un paio di EP giunge con “Elettronica Maccheronica” al suo primo full – length. Non segue però la strumentazione base di un comune power – trio rock: infatti, la formazione è composta da Giorgio Laini, voce, Mauro Comelli, basso, e Franco Bruna che si occupa della batteria e della programmazione di beat e sintetizzatore. Niente chitarra.
Date le premesse, è facile intuire che la musica proposta dai Fraulein Rottenmeier sia piuttosto particolare. Ed è proprio così. Tanto che è impresa ardua incasellarla in un genere specifico. Con una certa libertà, la si potrebbe definire punk nello spirito, elettronica nella forma e pop nell’ispirazione. Un bel guazzabuglio che, contro ogni logica, risulta però piacevole all’ascolto e interessante nel suo sforzo di rendersi personale e sciolta da vincoli stilistici troppo angusti.
Il meglio lo si ricava dalla prima parte del disco. “Dancefloor” è addirittura sublime nella sua base techno – coatta sparata a mille e volutamente rozza e fracassona, ma dai sottintesi orecchiabili, accompagnata da un testo che oscilla fra rabbia, amarezza, abbattimento e ironia. Poi c’è “Dente da Latte”, pestata nelle ritmiche e al limite dell’industrial, l’episodio più vicino all’urgenza del punk, soprattutto per la voce strillata e alterata di Giorgio e le distorsioni del basso di Mauro. Un uno – due svelto ed efficace, quindi, che predispone bene per l’ascolto delle tracce successive. Che non sono tutte riuscite al 100%, nondimeno ce ne sono ancora parecchie molto interessanti. Come “Ornella TVB”, dance screziata di noise. Oppure “La Conoscenza”, in cui il giro di synth iniziale cita parzialmente il vecchio successo eurodance “No Limit” dei 2 Unlimited (ve lo ricordate?), mentre “Lacrime in Tangenziale” mostra il volto più melodico e pop della band, e questa volta ad essere chiamati in causa sono i Kraftwerk di “Europa Endless” e le loro armonie mitteleuropee.
Poi la qualità cala un po’, complice anche l’ambito stilistico in cui i Nostri si sono andati a impegolare, davvero impegnativo. Tuttavia i testi rimangono ad un livello piuttosto alto, specie quando si scagliano con acredine contro il ‘pubblico’ dell’Italia di oggi (Political Chihuahua) oppure scandagliano con spietata ironia il ‘privato’ dell’esistenza (“Monarchia” e “Dietro la Lavagna”), o mischiano entrambe le cose (il graffio dark alla Nine Inch Nails di “La Nostra Romantica Ballata Pop”). Senza dimenticare l’invettiva verso la musica massificata e creata solo per vendere di “Gran Ricetta per la Plastica”, dai lievi tratti Depechemodiani.
Non tutto è perfetto in “Elettronica Maccheronica”, ma quasi tutto è molto, molto stimolante per i nostri neuroni. Bravi.
Stefano Masnaghetti