I Metallica si sono esibiti il 12 febbraio 2018 presso la Unipol Arena di Casalecchio di Reno (BO) per quella che è stata la seconda data italiana dopo il sold-out torinese di sabato scorso e il primo dei due show nella venue emiliana.
Via il dente via il dolore. Prima di iniziare a raccontarvi cos’hanno combinato i Metallica durante le tappe italiane del Worldwired Tour mi preme scrivere una grande verità. Al termine del concerto di Torino, la cover di Vasco era il mio ultimo pensiero, e non lo dico da fan del rocker di Zocca quale peraltro, non sono. Lo dico perché sarebbe un peccato ricordare esclusivamente questo episodio di due minuti (nel bene e nel male) in oltre due ore di show maiuscolo, in cui gli highlight sono stati ben altri. A partire dal ritorno dei quattro nei palazzetti italiani dopo nove anni di assenza, le scalette superlative, Hetfield in forma strepitosa e in generale lo stato di salute di una band, che al netto delle sbavature soprattutto del buon Ulrich, non dà segni di cedimento.
Niente di tutto ciò è scontato, anche se vi chiamate Metallica e avete alle spalle trentasette anni di carriera. Una carriera che è una miniera d’oro, in cui basta scavare più o meno a fondo per trovare tesori inestimabili. Ho sempre pensato che per chi ama davvero la musica, soprattutto un determinato genere, che non è solo il metal, i Four Horsemen abbiano sempre offerto una miriade di spunti che vanno al di là delle cover (e no, non mi riferisco a Vasco) e che ci siano livelli di lettura più o meno profondi nelle loro produzioni. Quindi non sbaglia chi a tutti i costi ci vuole leggere significati filosofici, chi ci vede omaggi al passato e alle loro radici, o chi semplicemente li viva come un modo per evadere dalla realtà o come divertimento.
Nel mio piccolo, pur avendo colpevolmente scoperto i Metallica purtroppo molto tardi, ammetto con eterna gratitudine che è (anche) grazie a loro che ho ampliato la mia cultura musicale, indagando avidamente la loro discografia e le origini, non avendone mai abbastanza, sia su disco che live. Perciò lunga vita a Hetfield e soci, soprattutto quando, dopo dieci anni dal mio primo concerto (proprio a Bologna) sono in grado di emozionarti esattamente come allora, ma con in più la maturità e la consapevolezza di assistere a qualcosa che al netto dell’innamoramento, è uno spettacolo manco a dirlo più che rodato, che non può non funzionare e soprattutto, non può non convincere.
Partiamo dalla produzione, con quel palco centrale che rimane un fiore all’occhiello e soprattutto una soluzione ideale per permettere a tutti i presenti di godersi uno spettacolo a 360 gradi, ovunque essi siano: infatti James Hetfield, Kirk Hammett, Rob Trujillo e anche Lars Ulrich ruotano ai microfoni (e pure il batterista a incitare il pubblico) costantemente, senza dare le spalle per più di cinque minuti ai fan. Altro elemento top, la scenografia, con tanto di schermi cubici e mobili sui quali, per ogni canzone, appaiono visual diversi, che siano le splendide grafiche di Pushead o immagini più o meno recenti della band, o ancora, i mini droni che danzano sulle note di “Moth Into Flame”, a mo’ di falene, appunto.
Per quanto riguarda la scaletta, le scelte dei Nostri hanno premiato i fan di vecchia data con “The Shortest Straw” (unica concessione da “… And Justice For All”, se escludiamo la onnipresente “One”) e sia a Torino che a Bologna, due cover per veri intenditori (rispettivamente “Blitzkrieg” dell’omonima band e “Helpless” dei Diamond Head). Come ovvio, larghissimo spazio alla più recente fatica dei Metallica, “Hardwired To Self Destruct”, che offre anche oggi ben sei pezzi in setlist. Il momento patriottico per la prima data a Bologna spetta a “Nel blu dipinto di blu” di Domenico Modugno, eseguita da Trujillo e Hammett in solitaria.
Nonostante l’acustica non ottimale (almeno nel parterre) e nonostante le corse ingiustificate del sopracitato Lars Ulrich, anche la seconda data della leg italiana del Worldwired Tour è stata un successo annunciato, anche se non scontato. Gli anni passano per tutti, è vero, ma quando si fa parte della Metallica Family, è estremamente più facile invecchiare. E divertente.
Metallica, la scaletta del concerto
Hardwired
Atlas, Rise!
Seek & Destroy
The Shortest Straw
Fade To Black
Now That We’re Dead
For Whom the Bell Tolls
Halo on Fire (seguita da Nel blu dipinto di blu e (Anesthesia) Pulling Teeth)
Helpless (Diamond Head cover)
Creeping Death
Moth Into Flame
Sad but True
One
Master of Puppets
Encore:
Battery
Nothing Else Matters
Enter Sandman