Ted Bee – Centodieci E Lode

Diceva Caparezza all’epoca di Verità Supposte: ”Il secondo album è sempre il più difficile nella carriera di un artista”.

Bene, Ted Bee, prima noto come Ted Bundy, è ormai arrivato al terzo album ed il progetto di crescita, dagli esordi (“Fuoco E Fiamme”, “Shoot A Blow” e “Lijang”) ad oggi (terzo album dopo “Molotov Cocktail” e “Wanted” oltre al mixtape “D-Generation” con il producer Joker) può considerarsi quasi completato; sicuramente, l’appartenenza alla Dogo Gang (in cui spiccano nomi come Club Dogo, Marracash, Vincenzo Da Via Anfossi e Caneda oltre a producer come Deleterio e lo stesso Don Joe) e la possibilità di ‘farsi le ossa’ hanno contribuito a formare quello che può essere considerato uno dei giovani rapper con maggior talento in Italia.

S’intenda per talento non solo la capacità di creare punchlines originali riducendo il rap ad un semplice esercizio di stile, ma anche alla capacità di raccontare storie (in gergo, storytelling) molto sviluppata all’interno di “Centodieci E Lode“. Sì, il titolo potrebbe sembrare a suo modo azzardato e fin troppo autocelebrativo senza aver ascoltato ogni traccia che va a comporre il disco, ma, invece, si può capire come davvero questo lavoro possa essere l’attestato di quel percorso che Ted sta percorrendo mettendo l’anima in ogni pezzo così come in ogni esibizione live.

La presenza di pochi featuring ma di nomi eccellenti è sintomo di come Ted abbia molto a cuore la volontà di non snaturare troppo i propri pezzi e di cercare sempre di accomunarsi con rapper, seppur con qualche anno di esperienza in più sulle spalle, molto vicini per tematiche e stile di scrittura; sono presenti infatti i Club Dogo, divisi su due tracce, “Regime D.O.G.O.”, in cui l’allievo Ted si avvicina per qualità di scrittura al maestro Guè Pequeno, e “Bastardi Senza Gloria”, in cui invece se la gioca sull’incisività dello stile tipica di Jake La Furia che ne cura anche il beat, senza dimenticare la produzione di Don Joe di “Un Buco In Testa”, street anthem di alto livello. Altro nome di spicco è quello di Entics, presente nel ritornello di “Solo Noi”, che si accosta ad un nome meno conosciuto ai più, quello di Uraz (presente nel secondo singolo dell’album “Non Sono Come Voi”) appartenente alla crew NewSport, piacevole rivelazione dell’ultimo periodo.
Degni di nota sono anche pezzi come “Sabri”, in cui emerge una riflessione emotiva ma allo stesso tempo disillusa della società, “Tutto Quello Che Ho Fatto”, nella quale il rapper racconta la propria storia come una verità servita nuda e cruda, ed “Io E Lei”, attraverso la quale Ted racconta le similitudini/differenze nelle esperienze di due vite tanto vicine quanto lontane.

Se questo fosse il terzo lavoro medio di ogni rapper in erba sicuramente il genere potrebbe considerarsi fortunato a godere di una base evergreen tanto ingente. Purtroppo, o per fortuna, solo a pochi è concesso il privilegio di riuscire ad uscire dalla monotonia (sia a livello di flow che di argomenti) e di consolidare positivamente col tempo le proprie capacità e la propria poliedricità: una caratteristica da non sottovalutare assolutamente! Se questo è il nuovo punto di partenza per il prossimo lavoro, si incominci già ora a fremere! Nel frattempo non resta che godercelo!

Federico Croci

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