The Heavy Countdown #80: While She Sleeps, Scarlet Dress, Mark Morton, In Flames, Sleepkillers

While She Sleeps – So What?
Dopo la delusione di “You Are We” (2017), erano in molti a riporre ormai poche speranze nel quarto album dei While She Sleeps. Ma i ragazzi di Sheffield, pur senza pubblicare nulla di trascendentale, ci stupiscono con un lavoro decisamente più valido rispetto al precedente, in cui, senza rinnegare il proprio spirito primordiale e metalcore, i Nostri abbracciano la loro nuova natura più mainstream ed elettronica con pochissimi tentennamenti (e pezzi come “The Guilty Party” sono lì a dimostrarcelo).

Scarlet Dress – Endless
“Endless” degli Scarlet Dress è una chicca impossibile da farvi scappare, specie se siete fan di una certa sfumatura di progcore. Il full-length di debutto del duo californiano parte subito in quarta con “Nucleus”, perfetto biglietto da visita di un disco che ha davvero molto da offrire, soprattutto ai fan delle melodie dalla presa super rapida (ascoltate “Limerence” e “Rupture”). Per non parlare della chiusura di “Empty Breathing”, il brano più soft del lotto, piazzato furbescamente in ultima posizione.

Mark Morton – Anesthetic
Fa male al cuore rendersi conto un’altra volta di quanto avrebbe potuto ancora dire Chester Bennington (protagonista di “Cross Off”). Chiusa questa doverosa parentesi, l’esordio solista del chitarrista dei Lamb Of God è una parata di stelle della musica metal e dintorni da far girare la testa (da Bennington appunto a Chuck Billy passando per Jacoby Shaddix e Mark Lanegan, fino ad arrivare a Randy Blythe e Alissa White-Gluz), che nonostante l’oggettiva eterogeneità, risulta in qualche modo solido nella sua ambizione.

In Flames – I, The Mask
Gli In Flames non solo si riprendono dalla sbandata del precedente “Battles” (2016), ma lo fanno in grande stile, con un album in cui l’ispirazione di certo non manca. Il tredicesimo full-length della band melodeath svedese è un’accoppiata vincente tra melodie mainstream e il lato oscuro, quello più heavy. Per dare il contentino ai fan della prima ora, i Nostri iniziano subito senza troppi complimenti con la tostissima “Voices” e la title track, per poi rifugiarsi nel singalong di “(This Is Our) House”, in un’alternanza perfetta tra ying e yang che prosegue per tutta l’opera.

Sleepkillers – Sleepkillers
Limp Bizkit, Puddle Of Mudd, Saliva. No, non sto sparando nomi a caso, ma la provenienza dei membri degli Sleepkillers, un supergruppo nuovo di zecca, che si pone il nobile obiettivo di dare lustro all’alt-rock anni ’90 di stampo americano in un periodo in cui era finito nel dimenticatoio (o quasi) da parecchio tempo. I ragazzi sparano tutte le loro cartucce divertendosi a fare gli Alice In Chains (vedi “Leftovers” e “Drown”, uno dei pezzi più pesanti del lavoro), ma sanno anche essere teneroni con ballad tristissime (“Left For Dead”). Un salto indietro nel tempo.