Tra tutti i volti emersi nella grande esplosione della “nuova scuola” hip-hop in Italia nel 2016 quello di Ghali è stato uno dei pochi ad attirare moltissima attenzione su di sé fin da subito. Dalla sua consacrazione nella scena rap/trap con le hit “Dende” e “Ninna Nanna” (entrambe del 2016) fino alla fama dopo la pubblicazione del suo primo LP “Album”, l’artista milanese ha dimostrato all’audience di saper fare decisamente bene il suo lavoro. Con le hit “Habibi” e “Happy Days” comincia un orientamento da parte di Ghali sempre più tendente al pop-rap, fino al culmine di questa fase raggiunto con il suo secondo disco “DNA”. Pubblicato il 21 febbraio 2020, l’album è stato anticipato dai due singoli (contenuti in esso) “Flashback” e “Boogieman”, quest’ultimo con la collaborazione di Salmo.
Volendo dire un’eresia “DNA” è quasi considerabile un album concettuale il cui significato non è da cercare tanto all’interno dei testi quanto negli arrangiamenti stessi delle canzoni e nelle produzioni (affidate a Tha Supreme, Venerus, Mace, AVA, Zef, Sick Luke e Merk&Kremont per dire alcuni nomi). In quindici tracce Ghali esplora i momenti salienti della musica pop commerciale dalla fine degli anni novanta ad oggi, guardando il genere da più punti di vista e presentandolo in diverse forme e colori.
Andiamo con ordine: “Giù x terra” si apre con una melodia elettronica decisamente tipica della synthwave, un genere moderno influenzato dagli anni ottanta e dal cyberpunk, seguita da un basso violento e martellante. “Boogieman” con Salmo è percorsa da un giro melodico già sentito e famosissimo nella dance degli ultimi 90s. La title-track segue l’impronta del dance-pop alla Post Malone, somiglianza riscontrabile anche nella particolare melodia della voce; anche la successiva “22:22” segue la stessa influenza. “Good Times” (come anche “Cuore a Destra”) è un classico pop commerciale che a livello strutturale presenta qualche similitudine con “Attention” di Charlie Puth.
“Combo” e “Jennifer” sono canzoni palesemente da discoteca con un ritmo reggaeton, entrambe con la collaborazione del rapper nigeriano MrEazie da Soolking. “Exstasy” ha un beat dance minimale dei primi anni 2000, mentre “Barcellona” crea un’atmosfera indie-rap da Carl Brave. Certo non mancano le parentesi trap che dimostrano che Ghali “ce l’ha ancora”: “Fast Food” e “Marymango” hanno un beat più moderno che segue i canoni della trap attuale (2019-2020); la seconda, con la collaborazione della giovane promessa Tha Supreme, possiede un originale beat diviso in due parti, una più tradizionale e una più martellante. Infine con “Flashback” e “Scooby” (produzione di Sick Luke) Ghali sembra dare uno sguardo malinconico al se stesso di “Dende” e “Ninna Nanna”, con una trap più coerente al mood di “Album”. Lo stesso vale per la traccia in chiusura, “Fallito”.
In conclusione, Ghali ha racchiuso un agglomerato di pop commerciale in un prisma e ne ha tratto quindici facce diverse, dimostrando allo stesso tempo una maturità nuova nella scrittura dei testi e nei temi toccati. Un ottimo lavoro che lascia l’ascoltatore con la voglia di risentirlo subito per capirlo meglio.
Alberto Riccardino