Abbiamo raggiunto Ettore Giuradei per scoprire qualcosa in più sul nuovo album “La Repubblica del Sole” recentemente pubblicato.
In cosa è differente dai tuoi precedenti lavori il nuovo album “La Repubblica del Sole”?
Nella cura maniacale del particolare soprattutto a livello di suono.
Quanto tempo hai impiegato a concludere il processo di composizione e registrazione?
7/10 delle canzoni sono state composte prima del 2009, solo poco prima dell’ultima sessione in studio, ho scritto i restanti 3/10: La Repubblica del Sole, Strega e Paese. Le registrazioni sono iniziate a luglio 2009 al Bunker di Rubiera (RE) con la preziosa collaborazione di Andrea Rovacchi. A ottobre ci siamo spostati a casa nostra dove abbiamo allestito con Domenico Vigliotti, nostro amico fonico, quello che oggi è la TavernaStudio, per fare la seconda sessione di provini da metà ottobre a fine novembre. Tra gennaio e febbraio 2011 abbiamo fatto gl’ultimi provini, sempre a casa nostra, e tra giugno e settembre abbiamo registrato il disco.
Hai qualche aneddoto particolare da raccontarci riguardo le tue esperienze on stage?
Forse l’aneddoto più rock’n’roll è stato la rissa dopo una data a Puglietta in provincia di Salerno. A fine concerto mi si è avvicinato un ragazzotto un po’ agitato che continuava a chiedermi di suonare per la compagnia. Ho iniziato a suonare ma il tipo ha cominciato a spintonarmi e infastidirmi e allora l’ho allontanato con un calcetto. Lui si è girato incazzatissimo e m’ha dato una testata in faccia. Sono caduto, fortunatamente senza grossi danni, ne per me, ne per la chitarra. Alcune persone mi hanno difeso e protetto dalla furia di questo pazzo che attualmente sta in galera per vari motivi.
Quanto è importante il web 2.0 nel music business nel 2011? Credi, come dicono in molti, che davvero le nuove tecnologie abbiano ucciso il mercato discografico?
Credo che il web sia un’opportunità fondamentale per tutto il mondo musicale “alternativo”. Credo che il web abbia facilitato l’accesso ad un alto numero di produzioni medio-piccole che senza web sarebbero ancora più nascoste e sconosciute. Concordo con il fatto che abbia ucciso il mercato discografico anche se è confortante constatare che la diminuzione delle vendite è proporzionale all’aumento delle presenze ai concerti.
Pensi che la musica possa essere disimpegnata o debba comunque “indirizzare” gli ascoltatori a prestare più attenzione alla società e al mondo che li circonda?
Credo che nel momento in cui una persona decide di scrivere un testo e comunicarlo ad altri debba necessariamente dire qualcosa di essenziale che non riesce a trattenere, in modo lucido. Sono assolutamente convinto che oggi si debba scrivere in modo chiaro, diretto, se vuoi anche violento e volgare, possibile.