Thurston Moore, Lee Ranaldo, Kim Gordon e Steve Shelley: questi i nomi del quartetto che ha travolto lo Spazio 211 in una serata estiva particolare in quel di Torino.
Non sono capace di fare il fanboy anche se con i Sonic Youth ci sono cresciuto, ma credetemi sulla parola quando vi dico che “Daydream Nation” del 1988 è davvero uno di quei dischi che vale la pena conoscere. Se non altro per (provare a) capire perché si parla di ‘rumore/noise’, di indie rock o più semplicemente da dove viene l’alternative rock con i suoi derivati giunge o meno insomma, affermatosi negli anni novanta.
Il consiglio ve l’ho dato, ora parliamo del concerto. Com’è stato? Notevole, indubbiamente: la band ha riproposto il classicone con tanta grinta ed evidente carica adrenalinica, in barba ai tempi che corrono (ricordiamo per dovere di cronaca che i protagonisti si trovano bene o male nel limbo dei 45-55), corredando la performance con alcuni brani tratti da “Rather Ripped”, album del 2006, tra cui ha lasciato il segno “Reena” interpretata da Kim Gordon che, mollato il basso e recuperata una terza chitarra, si è lasciata andare in una sorta di danza tribale sul finale del pezzo. Da segnalare in questo segmento, la presenza onstage dell’ex Pavement Mark Ibold, che si è occupato appunto delle linee di basso orfane della Gordon.
L’abbondante platea convenuta ha lasciato il locale convinta di aver assistito a un evento difficilmente ripetibile, grata ai Sonic Youth per l’importante passato e per lo show appena terminato.
Setlist: Teen Age Riot, Silver Rocket, The Sprawl, ‘Cross the Breeze, Eric’s Trip, Total Trash, Hey Joni, Providence, Candle, Rain King, Kissability, Trilogy (The Wonder – Hyperstation – Eliminator Jr.), Incinerate, Reena, Do You Believe in Rapture?, Jams Run Free, Pink Steam, Or.
P.L.