I Journey sono una vera e propria istituzione americana: hanno venduto come pochi altri oltreoceano, hanno scritto pezzi che conoscono anche i bambini e senza dubbio sono la band di rock melodico più conosciuta al mondo. In Italia, però, il gruppo di Neil Schon non si era mai fatto vedere, vuoi per la difficoltà del nostro mercato (poco avvezzo a certe sonorità) o per altri motivi a noi ignoti, quindi l’arrivo a Rho in compagnia di Journey, Thin Lizzy e Night Ranger non poteva che essere preso con entusiasmo. Che la band avesse voglia di suonare nel nostro paese lo dimostrano le parole di Deen Castronovo, batterista della band.
Quanto tempo per potervi vedere in Italia!
Hai ragione, non so dirti per quale motivo, ma siamo felicissimi di poter finalmente suonare qui da voi. Personalmente sono legatissimo al vostro paese perché ho suonato con Vasco Rossi. E’ stato il tour più bello della mia vita, ho trovato delle persone incredibili che ancora oggi sento e a cui voglio un mondo di bene. Il Gallo, Stef Burns, lo stesso Vasco, che periodo stupendo.
Be’ sentire queste parole dal batterista dei Journey è singolare…
Sai io entrai nella band nei primi anni novanta, fu la realizzazione di un sogno. Era la band che adoravo, dove avrei voluto sempre suonare e quando Neil mi chiamò fu un’emozione che mi mette ancora i brividi. E li ho ogni sera in cui suono con loro.
Singolare anche che il vostro primo concerto da noi avvenga con il vostro cantante più discusso e particolare, Arnel Pineda (nella foto). E’ davvero sconvolgente sentirlo cantare!
Quando lo sentii la prima volta non riuscivo a crederci! Dentro quel corpicino non capivo come potesse esserci tutto quello (ride). E’ bestiale in studio come dal vivo, anche i più scettici si sono ricreduti dopo il primo show. Non ho mai suonato con un talento del genere.
Come avviene il processo di scrittura nella band oggi?
Sostanzialmente è sempre la stessa, per lo meno da quando ci sono io. Da Neil partono sempre le idee di base, che sviluppa da solo inizialmente, per poi portarle in studio e sottoporle alla nostra rifinitura. Io mi limito a suggerire qualche ritmo, ma ho sempre un certo timore reverenziale in fase di scrittura (ride).
Ora la band sembra aver trovato una stabilità dopo anni di problemi con il cantante.
Sì, i Journey hanno avuto alcuni tra i cantanti più dotati della storia di questo genere, non era facile riuscire a ritrovare stabilità dopo l’addio di Steve. I risultati ottenuti dagli ultimi due album dimostrano chiaramente che abbiamo trovato il bandolo della matassa e credo che questa formazione rimarrà la stessa per molti anni. O per lo meno è quello che speriamo tutti noi!
Luca Garrò