Ancora in tour, ancora a Milano. I Battles continuano a raccogliere sempre più successo, sempre più gente sotto al palco, sempre più facce note tra il pubblico. Il quartetto è sempre più hype.
Tutto grazie al video passato un anno fa su Mtv, ad alcuni pezzi del loro primo album (su Warp) molto danzerecci, e al giro giusto nel momento giusto.
Forse i Battles non meritano quel pubblico modaiolo accorso ai Magazzini Generali di Milano, ma comunque meritano fiotti di applausi a scena aperta, complimenti sperticati. La loro musica riesce a fondere mondi lontani, il post punk e gli intrecci matematici con l’elettronica da dancefloor. Da una parte il lato più artistoide portato da Ian Williams e soprattutto Tyonday Braxton, e dall’altra il lato più commerciale della faccenda venuto alla luce proprio con l’esordio su lunga distanza dopo gli svariati ep.
Tutto grazie al video passato un anno fa su Mtv, ad alcuni pezzi del loro primo album (su Warp) molto danzerecci, e al giro giusto nel momento giusto.
Forse i Battles non meritano quel pubblico modaiolo accorso ai Magazzini Generali di Milano, ma comunque meritano fiotti di applausi a scena aperta, complimenti sperticati. La loro musica riesce a fondere mondi lontani, il post punk e gli intrecci matematici con l’elettronica da dancefloor. Da una parte il lato più artistoide portato da Ian Williams e soprattutto Tyonday Braxton, e dall’altra il lato più commerciale della faccenda venuto alla luce proprio con l’esordio su lunga distanza dopo gli svariati ep.
E queste due anime vivono fianco a fianco nel locale milanese. Partenza con i pezzi più spigolosi e post, condotti da una irrefrenabile e torrenziale batteria di John Stanier, passaggio per i due-tre pezzi in cui il pubblico ricorda di esistere e balla come se ci fossero i Chemical Brothers in consolle, fino alla lunga coda con pezzi incentrati sugli intrecci dei marchingegni elettronici molto psichedelici e progressive. Anche il pubblico rimane così, probabilmente diviso.
L.F.