Forti del successo del precedente “Revelation” (2008) e degli ultimi tour, Neil Schon e soci dicono “no grazie” alla proposta di reunion con lo storico cantante Steve Perry e perseverano col giovane Arnel Pineda. Il nuovo disco è pieno del classico sound alla Journey: super pulito e super leccato rock melodico americano.
Incredibilmente però, non è un disco eccessivamente radio-friendly. C’è sempre la parte centrale lenta (e soporifera) ma il lavoro non fa leva eccessivamente su ballad. Protagonista è la chitarra di Schon: non sbrodola mai e lui, inutile dirlo, ha un tocco e un gusto davvero unici. Più convincenti quindi i pezzi ‘pesanti’ come l’opener, le epiche “Edge Of The Moment” e “Chain Of Love”, “Ritual” e la chiusura strumentale “Venus”. Non male anche quelli più vari come la semiacustica “She’s A Mistery” e il ritmo tribale di “Human Feel”. Pineda, sempre competente, il suo lavoro lo svolge egregiamente, così come il resto della band. Un altro buon cd da parte della band americana. Non sempre convincenti, ma hanno provato a irrobustire il loro sound senza comprometterlo. Manca molto del loro lato ‘pop’ ma va bene anche così, un’altra bella sorpresa per i fan.
Marco Brambilla