Negli anni, Luca Carboni le ha provate tutte pur di non doversi sbattere a cercare dei titoli per i propri album: così si spiegano “Luca Carboni” del 1987, “Carboni” del 1992, “Diario Carboni” del 1993 e “Lu*Ca” del 2001. Per la sua ultima fatica, il Lucone nazionale ha trovato la soluzione definitiva, intitolando semplicemente l’album “Senza titolo”. Chapeau.
Veniamo ora al sodo: “Senza titolo” è un disco schietto di dieci tracce e l’apertura “Non finisce mica il mondo” ne contiene il nucleo essenziale: nel brano Carboni invita (se stesso o l’ascoltatore? Probabilmente tutti e due) a “uscire dalle strade” per vedere cosa c’è al di là dei limiti imposti. Allo stesso modo, nel disco Luca esce dai suoi limiti e, pur rimanendo essenzialmente fedele alla sua natura di cantautore accessibile a tutti, si lascia andare a qualche sperimentazione, soprattutto di carattere sonoro, spruzzando qua e là di elettronica le canzoni di “Senza titolo”.
Il risultato è interessante e consiste in una serie di episodi felici – a partire dalla già citata canzone d’apertura, passando per il romanticismo sghembo di “Cazzo che bello l’amore” e per la freschezza di “Fare le valigie” – comodamente adagiati su un tappeto omogeneo di buone canzoni. Gli amici di vecchia data di Luca, insomma, non rimarranno delusi. Per chiudere, una curiosità: su iTunes è disponibile anche la bonus track “Il fiume”, scritta da Luca Carboni a soli quattordici anni per la sua prima band, i Teobaldi Rock.
Marco Agustoni