Che impressione vedere l’ex Transilvania Live completamente deserto ieri sera: oltre ai gruppi di supporto, gli unici spettatori sono stati il sottoscritto, un mio amico e un altro pugno di persone. Non mi immaginavo di certo il pienone, ma da qui a dire che gli Hatesphere hanno suonato quasi esclusivamente per me ce ne passa!
Nonostante il vuoto abissale che devono fronteggiare i Nostri la prendono con filosofia, suonando a pieno regime e scambiando battute con i pochi convenuti tra un pezzo schiacciasassi e l’altro: oltre ai vari classici come “Sickness Within”, “Floating” oppure “Deathtrip” trovano spazio anche tre dei nuovi pezzi che verranno inseriti nel futuro album. Ottima la prestazione della lineup, rinnovata completamente ad eccezione del membro fondatore: il nuovo vocalist in particolare, nonostante la giovane età (20 anni o poco più), dimostra di saperci fare alla grande, regalando una grande performance in linea col resto del gruppo.
Il tempo a loro disposizione termina ben presto, e da lì sono solo interrogativi, a cui purtroppo credo di avere già trovato una risposta: ormai in Italia la gente muove il culo solo per i soliti pompatissimi show, snobbando bellamente acts meno conosciuti, e, se nel caso di nomi comunque grossi (vedi Iced Earth/Annihilator lo scorso anno) la serata viene salvata perché magari il locale si riempie a metà, in presenza di band minori il flop è assicurato.
Diventa allora chiaro perché una data degli Hatesphere, che in altri paesi avrebbe registrato un’ottima affluenza, qui da noi a Milano (l’unico vero polo concertistico d’Italia), porti appena 20-30 persone, molte delle quali presenti unicamente perché dovevano suonare in apertura. E tremo al pensiero che i cinque danesi abbiano ancora tre date nel Belpaese…
Nonostante il vuoto abissale che devono fronteggiare i Nostri la prendono con filosofia, suonando a pieno regime e scambiando battute con i pochi convenuti tra un pezzo schiacciasassi e l’altro: oltre ai vari classici come “Sickness Within”, “Floating” oppure “Deathtrip” trovano spazio anche tre dei nuovi pezzi che verranno inseriti nel futuro album. Ottima la prestazione della lineup, rinnovata completamente ad eccezione del membro fondatore: il nuovo vocalist in particolare, nonostante la giovane età (20 anni o poco più), dimostra di saperci fare alla grande, regalando una grande performance in linea col resto del gruppo.
Il tempo a loro disposizione termina ben presto, e da lì sono solo interrogativi, a cui purtroppo credo di avere già trovato una risposta: ormai in Italia la gente muove il culo solo per i soliti pompatissimi show, snobbando bellamente acts meno conosciuti, e, se nel caso di nomi comunque grossi (vedi Iced Earth/Annihilator lo scorso anno) la serata viene salvata perché magari il locale si riempie a metà, in presenza di band minori il flop è assicurato.
Diventa allora chiaro perché una data degli Hatesphere, che in altri paesi avrebbe registrato un’ottima affluenza, qui da noi a Milano (l’unico vero polo concertistico d’Italia), porti appena 20-30 persone, molte delle quali presenti unicamente perché dovevano suonare in apertura. E tremo al pensiero che i cinque danesi abbiano ancora tre date nel Belpaese…
Setlist (In ordine sparso): New Song – Murderous Intent – The Coming Of Chaos – Sickness Within – Deathtrip – Aurora – New Song 2 – Drinking With The King Of The Dead – Floating – Forever War
Nicolò Barovier