Nel 2002 li avevo persi dal vivo a Milano, quando presentarono live “Neon Golden”. Ma li avevo apprezzati al precedente tour, quello di “Shrink” (loro migliore album), intorno al 1998.
Dopo tutti questi anni il gruppo dei fratelli Acher si ripresenta con un nuovo disco, “The Devil, You + Me”, che nessuno ha trovato davvero straordinario. Certo, da loro si aspettavano miracoli. In realtà l’album convince a metà e riascoltandolo ancora si apprezzano una manciata di canzoni che vivono della luce fulgida della band: indie-tronica da favola, voce speciale e finaloni esplosivi chitarristici.
Ma non è questo il punto. Forse ha lasciato in parte delusi le due schiere di fan: quelli della prima ora, vicini al lato più sperimentale e post punk della band, e quelli filo-Neon Golden, ovvero quella schiera di indie-pop-rockers dal cuore fragile che si erano emozionati con quel disco.
Già perchè “Neon Golden” aveva segnato una sterzata alle melodie verso territori più easy e pop (come del resto tutta l’ondata pop-elettronica sognante tedesca che trova spazio nelle uscite della Morr Music).
Il concerto al Musicdrome di Milano ha visto i Notwist pescare a piene mani negli ultimi due album, saccheggiandoli sonoramente. I pezzi più decisamente chitarristici hanno prevalso su quelli con una forte impronta elettronica e con la classica morbidezza estatica della composizione.
Cosa positiva, che dal vivo la band di Berlino rivede un po’ i propri pezzi, creando intro electro, code-finali molto suonate in cui abbandonarsi ad un sentito chitarrismo aggressivo, e intermezzi e stacchi variegati (uno virato in un quasi dub-spaziale e un altro apertamente dance in stile Royksopp).
I cinque sul palco, con tastiere, una-due chitarre, batteria, basso, marchingegni elettronici comandati da telecomandi wi-fi, hanno dimostrato di essere davvero una buona live band in oltre un’ora e mezza di set. Denso di sentimenti, di esperienza, certo, ma anche e soprattutto di trasporto on stage.
Luca Freddi