“Scusate il ritardo!”. I Negramaro inaugurano, finalmente, il tour Casa 69 con la prima delle quattro tappe romane previste al Palalottomatica. In primavera la band salentina era stata costretta a rinviare tutto a causa di un problema alle corde vocali del cantante Giuliano Sangiorgi. “Non è stato facile aspettare” dichiara il frontman davanti a un palazzetto gremito. Più di due ore di spettacolo con un’intensa rassegna di brani estratti dall’album “Casa 69”, dalla title-track a “Londra brucia”, e dei maggiori successi del passato, come “Mentre tutto scorre” e “Meraviglioso”. Un’onda rock che dall’adrenalina di “Nuvole e lenzuola” si fa più soft con un finale (prima del bis) tutto melodico di “Solo per te” cantata insieme al pubblico. C’è poco da fare, i Negramaro sul palco sono notevoli e Sangiorgi è in gran forma. Peccato solo per alcuni problemi con i microfoni, gli unici a fischiare durante tutta la performance.
Come annunciato il pomeriggio stesso in conferenza stampa, lo show a un certo punto s’interrompe per accogliere un emozionatissimo Beppe Fiorello con il suo “È sempre colpa di un altro”. Testo amaramente ironico di Mattia Torre su “quella magia tutta italiana” che vede dirigenze politiche scaricare errori e responsabilità sulla classe precedente, come del resto fa ogni idraulico mentre valuta il guasto. L’attore siciliano è il primo di una serie di volti noti della recitazione made in Italy, che si daranno il cambio nel corso del tour in questo piccolo spazio chiamato “Teatro 69”. I Negramaro si uniscono alla voce del Valle occupato in difesa della cultura, regalando al proprio pubblico pillole teatrali che saranno magistralmente interpretate da attori del calibro di Francesco Montanari, Michele Placido e Paolo Rossi in occasione dei prossimi concerti in tutta Italia.
Lo show continua, con Via le mani dagli occhi, ma quello di Fiorello non sarà l’unico pensiero rivolto all’arte: “La speranza è una cosa infame inventata da chi comanda” è il messaggio proiettato sui megaschermi come omaggio a Monicelli.
Seguono “Solo tre minuti”, “Un passo indietro” e “Voglio molto di più” con un finale elettronico che fa impazzire il pubblico. Poi “Io non lascio traccia”, dedicato a Carmelo Bene e “Basta Così” prima del gran finale. “Parlami d’amore Roma!”.
Riccardo Rapezzi