Finita la stagione dei grandi concerti negli spazi aperti e nelle arene i Subsonica inaugurano questa nuova tournée indoor con due date Milano, per la prima volta all’Alcatraz.
Alle 21.30 la band di Torino sale in scena davanti a una sala straripante di gente: il parterre è affollato ben oltre il recinto del mixer e anche gli spazi sopraelevati sono stipati; se non è sold out ci manca davvero poco. Come era logico aspettarsi la maggioranza dei convenuti sono giovani o giovanissimi, ma qua e là si scorgono anche persone avanti con gli anni (venuti ad assistere in autonomia oppure semplici accompagnatori?).
Dopo una breve versione di Piombo rielaborata a intro e la storica “Cose che non ho”, il si scatena con “Veleno”, uno dei vari pezzi presi dall’ultimo album che andranno a comporre la scaletta della serata (che attingerà comunque a piene mani da “Microchip Emozionale”).
Nonostante la grande carica sonora sprigionata dal palco i Subsonica appaiono piuttosto statici (emblematico è il bassista Vicio, rimasto immobile per l’intero concerto), muovendosi solo quando proprio non se ne può fare a meno; al pubblico però sembra non importare troppo, a giudicare dal movimento rilevato sul parterre.
Se dal punto di vista della presenza scenica il gruppo mostra poca propensione, così non è per quanto riguarda la performance, in particolar modo quella di Samuel. Fin dai primi istanti il vocalist aveva fatto capire di essere in forma, e quasi a confermarlo si esalta durante l’esecuzione di “Strade”, sicuramente uno dei pezzi più brillanti della serata.
Dopo una pausa interminabile (almeno dieci minuti) che spacca inevitabilmente in due lo show, Boosta intona sulla tastiera “Disco Labirinto” scatenando il delirio: mani alzate, innesti elettronici e luci stroboscopiche proiettate ovunque danno davvero la sensazione di non essere più a un semplice concerto, ma bensì in una vera e propria discoteca; un effetto davvero suggestivo.
I brani proposti da “L’eclissi” così come “Il Vento” (brano inedito presente nel best of), ricevono un’ottima accoglienza, ma i veri highlights della serata sono ovviamente i grandi classici: oltre alla sopraccitata “Disco Labirinto” anche “Nuvole Rapide” e “Nuova Ossessione” sono le hit che più fanno ballare e cantare tutto l’Alcatraz.
Il bis viene introdotto da C-Max e “dedicato” alle notizie che più in questi giorni hanno riempito le pagine dei giornali quali i tagli scolastici e la sentenza del G8 a Genova; chi si aspettava una “Tutti i miei sbagli” però rimarrà deluso in quanto viene proposta “Preso Blu”.
Un concerto tutto sommato godibile, anche se minato dalle lunghe pause e dalla mancanza di certi classici che i fan più accaniti non vorrebbero mai che mancassero: “Tutti i miei sbagli”, “Cielo su Torino” o “Istantanee” su tutte. Non resta che augurarci che per le successive date i Subsonica ritrovino l’energia che ha da sempre contraddistinto i loro live (e anche una maggior celerità, se possibile).
Setlist: Piombo dub – Cose che non ho – Veleno – Aurora sogna – Colpo di pistola – Liberi tutti – Dentro i miei vuoti – Il vento – Corpo celeste – Strade – Disco labirinto – Nuvole rapide – Ali scure – Il centro della fiamma – Il mio dj – Nuova ossessione – Activator – Ultima risposta – Up patriots to arms – Preso Blu
Nicolò Barovier