È l’ultimo progetto discografico firmato da Adriano Celentano. “Facciamo finta che sia vero” è stato realizzato con la preziosa collaborazione di molti nomi noti del panorama musicale italiano, e non solo. Le nove tracce dell’album vantano, infatti, testi e voci di Jovanotti, Giuliano Sangiorgi, Franco Battiato e musiche di Nicola Piovani, Raphael Gualazzi, Manu Chao.
Tanti stili e impronte diverse in un lavoro che trova però il suo filo conduttore nell’accusa a funzionari e politici italiani, corrotte menti e spacciatori di realtà. Il cantante si fa portavoce del malcontento popolare con chiari e lapidari riferimenti ai nostri giorni. “Siamo nelle mani del peggior stile di vita, nelle mani d’insensati governanti che si danno il turno mentre navighiamo senza più comando in preda alla tempesta”, parole tratte dal brano che darà il titolo all’album.
Celentano cavalca l’onda del disagio e del malessere generale e fa del suo disco un vero e proprio “discorso politico”, come ammette Claudia Mori in occasione della presentazione dell’album. Un progetto che intende concedere solo pochi istanti di evasione dalla realtà, ponendo l’ascoltatore in un continuo confronto con il mondo circostante. Scelta azzardata, perché rischia di far sprofondare la legittima denuncia in un monologo che, a lungo andare, non sa più di musica.
Riccardo Rapezzi