Dimestore Diamond – Heavy Cross – 8th Wonder – Love Long Distance – Pop Goes The World – Vertical Rhythm – Men In Love – For Keeps – 2012 – Love And Let Love – Four Letter Love – Spare Me From The World
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“Music For Men” è il quarto album in studio dei Gossip, che dopo il successo del precedente “Standing In The Way Of Control” sono riusciti a strappare un contratto con la Columbia e per l’occasione si son fatti produrre il disco nientemeno che da Rick Rubin (che della Columbia è co – presidente). Segni inequivocabili dell’interesse che il gruppo guidato da Beth Ditto sta riscuotendo all’interno del music biz, senza contare l’hype che la stampa sta riversando su di loro. Ovviamente gran parte di questo interesse è dovuto alla figura ingombrante di Beth, che da polemista femminista e attivista per i diritti di gay, lesbiche, bisessuali e transessuali è divenuta, recentemente, anche icona di moda e stile, soprattutto in Inghilterra. In casi di sovraesposizione mediatica come questo è davvero improbo stabilire quanto il successo riscosso da una band sia merito della musica e quanto, invece, sia merito di tutto ciò che le ruota attorno. In verità in ambito rock e pop è sempre stato difficile scindere i due aspetti, ma ci sono situazioni ancor più complesse rispetto alla media, e i Gossip rientrano appieno in queste ultime. Insomma, il timore è che l’aspetto scenico/mediatico nasconda evidenti carenze a livello artistico.
Purtroppo, rispetto ai Gossip, questo timore si rivela più che fondato, e ascoltando “Music For Men” tutti i limiti del trio statunitense vengono drammaticamente a galla. Voltate definitivamente le spalle al garage punk lo – fi degli esordi, il complesso opta per un avvicinamento al pop rock da classifica, scrivendo 12 brani densissimi di rimandi agli anni Ottanta e alla recente riscoperta della new wave, con qualche spunto ascrivibile al decennio precedente, alla disco music, al funk e al soul. Pochi gli episodi punk in senso stretto, forse solamente “Spare Me From The World”, che dalla sua ha un buon ritmo e tanta energia, ma che nel finale cerca di imitare i Contortions fallendo miseramente. Per il resto abbiamo a che fare con una collezione di canzoncine ballabili e con poche pretese, nelle quali certe ruvidezze wave vengono inglobate e riutilizzate in un contesto decisamente leggero e ruffiano. “8th Wonder” e il singolo “Heavy Cross” fanno il verso ai Gang Of Four più normativi, “Love Long Distance” cita Marvin Gaye nel canto e i dancefloor dei primi anni Ottanta nella base musicale, “Pop Goes The World” è un melange di percussioni e chitarre à la Talking Heads, tastiere synth pop e ritmi latini, la title track ricorda i Duran Duran nelle linee di basso, “2012” è costruita su di un’impalcatura dark wave di ascendenza Cure e Joy Division, “Four Letter Words” è puro synth pop vicino a Depeche Mode, New Order e compagnia più o meno oscura e neoromantica. Nel mezzo di cotanto citazionismo, a spiccare è sicuramente la voce di Beth, vero punto di forza del gruppo: molta stampa, esagerando, l’ha paragonata persino ad Aretha Franklin, ma è indubbio che la ragazza ci sappia fare, mostrando un’ottima estensione e una buona duttilità vocale. Ma questo non basta a coprire la modestia complessiva delle composizioni presenti in “Music For Men”.
Se volete qualcosa d’ascoltare sotto l’ombrellone i Gossip potrebbero fare al caso vostro, ma il loro tentativo di sfruttare fino all’estremo l’Eighties – revival non è dei più riusciti, né è particolarmente lodevole. Se non cresceranno musicalmente con il prossimo album, il rischio che corrono è quello di essere dimenticati nel giro di due, tre anni, una volta che il gossip (scusate il gioco di parole) intorno a loro si sarà sgonfiato. Un’altra meteora?
Stefano Masnaghetti