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E qui sono guai. La Aguilera rischia l’estinzione, vista l’accanita concorrenza delle nuove dive. Già un paio di anni fa, dopo l’ottimo “Back To Basics” (2006) e il seguente Greatest Hits, la biondina aveva annunciato una svolta hi-tech. Per gli addetti ai lavori era chiara l’intenzione di copiare un po’ la sconosciuta Lady GaGa. Ahia, karma is a bitch.
Due anni dopo Christina si trova a fare i conti con l’ingombrante presenza della nuova bionda più famosa del mondo. Soluzione? Correre ai ripari, bombe a frammentazione, sparare nel mucchio, armamenti pesanti e ‘ndo cojo cojo. Tradotto: mille scrittori e produttori diversi, un cd lungo e pieno di tante cose diverse ma senza una direzione ben precisa. Una roba che cercano di venderti come: ‘nel disco Christina esplora tutte le sfaccettature del suo carattere e del proprio sound’.
Ma non ci siamo, si capisce che il lavoro è franmmentato, iperprodotto e contiene vari temi mai elaborati a dovere.
La title track inizia chiaramente con lo stampo elettronico tanto promesso, ma sono carte giocate malissimo. E’ elettronica tanto per fare elettronica: non ci sono i bassi che ti rivoltano lo stomaco, non ci sono suoni particolarmente ricercati, è tutto moscio. Perché la sua arma migliore, la voce, non viene utilizzata a dovere? Perché ostinarsi a filtrarla e campionarla? Chi ha detto che è obbligatorio ammazzare la voce al computer per farla andare insieme ai sintetizzatori? Ci siamo già dimenticati di Annie Lennox e degli Eurythmics?
La componente techno si spegne subito (“Elastic Love”, “Vanity”) a favore del pop tamarro già stra-abusato. Ancora? Avevamo bisogno di un’altra ripassata nella versione ‘sexy bombshell’? “Woohoo” sembra scopiazzare gente come Missy Elliot e Lil’ Kim, con solito clichè di ‘whore’, ‘licky yum yum’, ‘lick lick like a lolly’ e così via. La ‘svolta sexy’ era già andata bene con “Dirrty”, qua si cade nel banale, nell’assurdo. Certo, Christina è un bel bocconcino, ma in fondo è una mamma e il suo percorso artistico era tutto sommato credibile. Che senso ha rivederla indossare panni già svestiti in “Not Myself Tonight”? ‘Fuck You’, slinguate a destra e a manca, vestiti da bondage comprati su internet…sembra tutto una triste e patetica rincorsa a Lady GaGa, sembra la MILF americana che si ostina a fare la bomba sexy con gli amici del figlio. Ma il suo ansimare Madonna-style è ormai fuori luogo, mette a disagio…tanto che quando su “Desnuda” arriva a cantare, in italiano, ‘dammelo duro’, i denti vi partiranno fuori dalla bocca a furia di ridere.
La seconda parte finale dell’album è lo scontato polpettone melodico che non riesce a fare il paio nemmeno con l’ultima Whitney Houston; sulla press release ci scriverebbero che ‘viene fuori il suo lato materno’. La voce viene finalmente fuori, anche se ammazzata in autotune in pezzi buoni come bside. In definitiva un disco parecchio confuso e molto debole: dovranno arrangiarsi a suon di marketing, video e trovate collaterali per tirarci fuori qualcosa di buono. Il cd si chiude con Christina a chiedere ‘Di chi è il trono?’ e la figlia a rispondere ‘Tuo mammina’…ecco, questo riassume il senso del tutto.
Marco Brambilla