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Dieci anni fa impazzava la moda Miami, la musica latina. Ricky Martin, Enrique Iglesias, Jennifer Lopez…Che matti che eravamo. Passano gli anni e dai e dai l’unico che è sopravvissuto è quel guappone di Enrique. A differenza dei suoi vecchi soci non ha dovuto passare i patemi dell’outing e di disastrose avventure cinematodiscografiche. Eccolo quindi saltellare assieme a quell’altro eterno affamato Pitbull in un locale pieno di sfitinzie, bello garrulo, per il video di “I Like It”, primo singolo di Euphoria. Nessuna pretesa particolare: forse l’euforia del titolo è dovuta anche solo dal riuscire a pubblicare ancora dischi.
Il milionesimo disco di Enrique ha dalla sua di essere il primo metà in inglese e metà in spagnolo, e pure il primo ad avere una certa varietà di pezzi. Iglesias ha chiamato qualche amico (oltre a Pitbull pure Akon, Usher e Nicole Sherzinger delle Pussycat Dolls), e via con una manciata di pop autotune disimpegnato e orecchiabile, sempre dedicato all’universo femminile. Il disco parte in quarta con gli ospiti e i pezzi più commercialmente appetibili: il lato festaiolo del primo singolo, il pop-reggae un po’ melanconico di “One Day At Time”, i sentimenti di “Heartbeat” e la disco tunz-tunz di “Dirty Dancer”.
Il lato spagnolo poi…ehm ecco, è un interessante spaccato culturale…ma affossa decisamente il ritmo del disco. A parte “Cuando Me Enamoro” singolazzo strappalacrime spagnolo di punta, su cui ci hanno speso dei soldi, il resto è un po’ troppo riempitivo. Il finale torna in inglese, un po’ più intenso e meno kitsch (soprattutto la conclusiva “Everything’s Gonna Be Alright”) della parte spagnola, ma evidentemente di seconda mano rispetto all’inizio del disco. Fiesta forever, per il buon Enrique. E va bene così.
Marco Brambilla