http://www.michaeljackson.com/
http://www.epicrecords.com/
Dopo una campagna mediatica da primi anni ’90, è finalmente arrivato il momento di ascoltare il primo disco (probabilmente di una lunghissima serie) di inediti del grande artista scomparso poco più di un anno fa. Difficile farlo, ma proviamo ad astrarre i pezzi che compongono l’album da un’operazione che sembra fatta per riempire le casse proprio sotto Natale: l’album non è così terribile come alcune notizie trapelate potevano far presagire.
Certo, i tempi di “Thriller” e “Bad” sono molto distanti, troppo, ma qualche spunto di qualità è presente. Non potremo mai sapere come Michael avrebbe arrangiato alcuni pezzi, né tantomeno se alcuni di essi sarebbero mai stati pubblicati da un perfezionista come lui, ma di certo brani come “Monster” (in duetto con 50 Cent), “(I Can’t Make It) Another Day” (con Dave Grohl e Lenny Kravitz) e la conclusiva “Much Too Soon” non sfigurano nel canzoniere del Re del Pop. Il primo singolo, “Hold My Hand”, oltre a dimostrare quanto Jackson apprezzasse Akon, fa il paio con l’altra ballata simil gospel “Keep Your Head Up”, mentre l’unico momento in cui i buoni sentimenti lasciano il posto all’invettiva giunge su “Breaking News”, duro attacco ai media che lo perseguitavano.
L’album, senza sorprese, ha raggiunto immediatamente il primo posto delle classifiche mondiali, cosa che riuscì più difficile ad “Invincible”, totalmente boicottato dalla stessa casa discografica che oggi ne tesse le lodi e che continuerà tristemente a farlo per moltissimi anni.
Luca Garrò