Intervista Litfiba Grande Nazione e la tempesta elettrica

I Litfiba hanno presentato alla stampa “Grande Nazione“, nuovo album di inediti e grandissimo ritorno per la band guidata da Piero Pelù e Ghigo Renzulli. Una manciata di brani veloci, duri e diretti certificano una rinascita Rock che il grande pubblico e gli appassionati aspettavano da anni per una tempesta elettrica lungamente attesa. Nell’affollata sala che ha ospitato la conferenza, i due non si sono fatti mancare divagazioni sull’attualità e precisazioni sullo split che nel ’99 pose fine alla prima fase artistica della loro carriera. Si è anche, fortunatamente, parlato di musica, con riferimenti alle rockstar italiane e a come il rock debba essere il più disinteressato possibile alle classifiche.

La prima curiosità e il dubbio da dissipare è relativo ancora a un argomento oramai datato, la reunion. Ghigo: “Il primo passo l’ho fatto io cinque sei anni fa mandando a Piero gli auguri per sms, poi è una cosa che viene da sola, inizia un ping pong tra le parti e ci si riavvicina naturalmente. C’è voluto comunque tempo, abbiamo dovuto chiarirci su molte cose…Piero: “Io vorrei parlare del disco, non della reunion…comunque sì ci siamo rivisti sei anni fa, ci siamo chiariti per tre-quattro anni e quindi abbiamo deciso di rimetterci insieme e fare il reunion tour con l’album Stato Libero, primo episodio di una trilogia, la Trilogia degli Stati, di cui fa ovviamente parte Grande Nazione…ci piace fare un progetto di più ampio respiro piuttosto che dei dischi che abbiano ragione d’esistere solo per sè stessi. Come abbiamo già detto altre volte i Litfiba sono tornati per rimanere.

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Nel video Piero parla della genesi del disco e di rockstar italiane che fanno a gara a essere la più bella del reame. Ovviamente viene chiesto conto dell’affermazione al frontman e di spiegare la sua posizione rispetto al riferimento per nulla velato alla polemica intercorsa tra Vasco e Ligabue degli ultimi mesi. Piero: “Come si dice in gergo tecnico saranno anche cazzi loro, non vorrei che comunque questo botta e risposta alla fine sia un classico caso alla Beatles e Rolling Stones che poi in realtà si volevano bene e non avevano alcun problema!
Relativamente a Grande Nazione invece Pelù aggiunge: “La titletrack prende spunto dal documentario che presenteremo lunedì Cervelli In Fuga, realizzato durante il tour europeo, in cui abbiamo messo insieme commenti di diversi ragazzi italiani che sono stati costretti ad andare all’estero e di fans nostri stranieri che parlano di questo teatrino italiano della politica, della corruzione, della mafia e del bunga bunga, di quest’Italia che da ‘spaghetti e mandolino’ è diventata in poco tempo il bordello dell’Europa. Grande Nazione è un titolo che ha in sè anche dell’orgoglio visto che noi pensiamo davvero che l’Italia potrebbe esserlo, abbiamo una grande storia e potremmo avere un grande presente nonostante ci sia questa crisi mondiale che non risparmia nessuno. E’ evidente però, e questo è un appello che rivolgiamo per quanto gli possa arrivare anche a Monti, che se vogliamo sperare che nasca finalmente una Terza Repubblica dobbiamo augurarci che Monti tolga dalla circolazione tutti i corrotti, corruttori, i mafiosi e tutti quei politici che fino a oggi hanno fatto sì che l’Italia sprofondasse in questo stato economico e sociale disastroso. Spero che Monti abbia una pelle diversa da quella dei politici dei nostri tempi…

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Viene chiesto ai Litfiba se sono stati ispirati da qualche sound o band contemporanea oppure se hanno fatto un disco così diretto e personale proprio perchè non c’è nulla da cui valga la pena farsi influenzare? Ghigo: “A questo giro abbiamo deciso di fare quello che ci pareva, senza alcuna costrizione, alcuna influenza o indicazione esterna da discografici o manager che ci dicessero cosa avremmo dovuto fare.” Piero: “Abbiamo voluto fare così perchè in passato influenze esterne avevano determinato i problemi che portarono alla nostra separazione oltre che all’allontamento progressivo del nostro sound dalle radici new wave, blues, hard rock e anche metal che avevamo sempre avuto. Quindi abbiamo deciso di ripartire da quello che era il nostro periodo più divertente e brado, ovvero Cangaceiro, Terremoto e Spirito per fare dei nomi.” Ghigo: “Sembrerà strano dirlo ma ai tempi della separazione siamo stati coinvolti nostro malgrado dall’evoluzione del business musicale, siamo rimasti inglobati dentro questo biz e non siamo stati capaci di gestire la situazione.” Piero: “Che poi diciamola tutta, del biz e delle classifiche il Rock se ne dovrebbe sbattere le palle. Il rock esiste a prescindere dalle classifiche, esiste nelle cantine e nei piccoli club, esiste nelle charts indipendenti e ci sono fior di gruppi che ancora stupiscono, ovviamente è difficile oggi di trovare un genere completamente nuovo, però le combinazioni rimangono infinite. Io faccio un nome su tutti, i Black Keys oggi o anche gli Alice in Chains con un album straordinario tre anni fa, hanno dimostrato di essere band di livello pur proponendo rock di diversa fattura…

Come mai la scelta del singolo di lancio “Squalo“? Piero: “Perchè riesce a raccontare quello che è oggi il sistema che ci circonda in maniera efficace, sistema dove il potere può cambiare il vestito o la faccia ma non lascerà mai quel che è riuscito a conquistare…preferisco essere un ottimo pessimista piuttosto che un pessimo ottimista in questo senso.” Ghigo: “A livello qualitativo è probabilmente il pezzo più brutto su tutto il disco e la scelta è stata fatta proprio per dare un segnale riguardo all’album stesso, per far capire che sarebbe stato un lavoro davvero rock. Non abbiamo sentito grande pressione nella realizzazione visto che c’eravamo accordati per suonare quel che ci sentivamo di suonare.” Piero: “Per quanto mi riguarda il mio obiettivo era di migliorare globalmente le nostre coordinate, soprattutto a livello di sound e quindi anche a livello di testi, migliorare quella rabbia post-punk che abbiamo riversato nel periodo 89-95 e migliorare la produzione e la qualità sonora.”

Stefania Russo

 

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