Rush Hour Baby – Back From The Dead – Ramble Down – Juice Man – Wild Child – Bad Lovin` Never Felt So Good – Hair Of The Dog – Bit My Tongue – Breakout – Shut My Mouth.
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Ennesimo gruppo hard che ripesca le tipiche sonorità seventies, questi Stonerider riescono quasi completamente a portare a casa la pagnotta con un lavoro che, pur non aggiungendo nulla a quanto non abbiate già a casa, fa comunque divertire. Quindi, anche se gli omaggi più o meno velati sono sempre gli stessi (Hendrix, Zeppelin, AC/DC), va detto che sarà difficile non trovarsi a fare headbanging o hair guitar di fronte alle casse del vostro stereo.
Su tutti spiccano (pensa un po’) il singer Matt Tanner, marcio e lascivo quanto basta, ed il chitarrista Neil Warren, che regala assoli ad alto tasso di cafonaggine. Il rischio più grosso per questo tipo di dischi è che l’esaltazione che segue i primi ascolti sia accompagnata poi, col passare del tempo, dalla noia. E’ indubbio però che pezzi come “Ramble Down”, “Wild Child” o la sguaiata cover dei Nazareth “Hair of the Dog” faranno la gioia degli amanti di un certo tipo di sonorità e del rock in generale. Se poi dureranno poco, sarà il tempo a dirlo.
L.G.