The Temple Of The Crescent Moon – Equinox Of The Gods – Until The Hellhounds Sleep Again – Will They Come? – Lucienne – Summertime Is Gone – Katarraktis Apo Aima – Raining Dead Angels – Misantropolis – Amanitis – Meliae – Via Dolorosa – Circles – Amanes
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“It’s been a long time, but we’re here again” saluta un ringhiante Johan Edlund su The Temple Of The Crescent Moon in apertura del disco. Un brano cadenzato, dalle atmosfere in qualche modo vicine a quel capolavoro che fu A Deeper King Of Slumber. La sorpresa è il ritorno dell’aggressività, evidentissima nel seguente Equinox Of The Gods, dove influenze black metal e tempi allegrotti si mischiano al più recente stile rock dei Tiamat.
Un disco così non ce lo aspettavamo proprio, forse non ce lo aspettavamo proprio più. Non si parla solo di un ritorno parziale all’aggressività, ma di una ritrovata voglia di evoluzione, di guardare avanti forti del proprio passato giocando con le proprie influenze.
Tanti gli episodi notevoli, come la splendida strumentale Amanitis, dove una linea di bouzuki, squarciando il velo di tristezza aleggiante su tutto l’album, porta per un momento un po’ di sole, oppure la spiazzante Meliae, con il suo incedere rilassato a cavallo fra rock e blues. Poi, quasi in chiusura del disco, la splendida Circle dove il nostro gioca a fare il verso a Nick Cave in un brano che potrebbe ricordare l’incredibile Phantasma Deluxe (di A Deeper Kind Of Slumber).
Bentornati.
S.D.N.