Letizia Cesarini, in arte Maria Antonietta, giovane cantante pesarese è uscita il 6 gennaio con il suo secondo album, prodotto e registrato da Dario Brunori, per la Picicca Dischi. Voce strascinata e tanta tanta personalità messa in gioco sono le caratteristiche che contraddistinguono il disco. “Maria Antonietta”, omonimo titolo del cd, può essere visto come un vero e proprio resoconto sociologico di quella parte di “gioventù bruciata”, ribelle, della nostra Italia del nuovo millennio. Racconti di vita di chi si fa tante domande e trova poche risposte, di chi si perde e si ritrova in continuazione.
Coerente con il suo primo lavoro “Marie Antoniette Wants to Suck Your Young Blood”, musiche semplici, buon arrangiamento e testi più che mai diretti, da chi non si piace troppo ma che, allo stesso tempo, non invidia quello che gli sta attorno. Lo stile è aggressivo nei toni più che nella musica. “Quanto eri bello”, “Saliva”, “Questa è la mia festa” sono tutti brani che ruotano attorno a questa coerenza. Se il compito di un artista è quello di rappresentare il mondo, a Maria Antonietta questo riesce alla perfezione, se invece il compito diventa quello di innovare, be’ c’è ancora da lavorare.
Stefano Tirabasso
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