[Blues Rock] Dan Auerbach – Keep It Hid (2009)
Trouble Weights A Ton – I Want Some More – Heartbroken, In Disrepair – Because I Should – Whispered Words (Pretty Lies) – Real Desire – When The Night Comes – Mean Monsoon – The Prowl – Keep It Hid – My Last Mistake – When I Left The Room – Street Walkin’ – Goin’ Home
http://www.myspace.com/danauerbachmusic
http://www.nonesuch.com
Spesso gli album solisti di quotati band leader si rivelano delle grosse fregature. Ci si aspetta che l’artista in questione realizzi qualcosa di diverso rispetto a quello che suona con il gruppo d’origine, e invece si limita ad una sterile quanto inutile riproposizione di schemi e formule sonore già abbondantemente affrontate con la band madre. Questo, però, non è il caso di Dan Auerbach, barbuto cantante e chitarrista del garage – duo The Black Keys, revivalisti tra i più notevoli e sinceri che si siano fatti strada in questi tempi di musica falsa e dozzinale. E Dan non delude neppure in questo esordio solistico, dimostrando di aver davvero qualcosa da dire.
Perché in “Keep It Hid” i riferimenti ai Black Keys ci sono eccome. Si parte sempre dall’hard blues originario ma, rispetto al lavoro svolto con il suo compagno d’avventura Patrick Carney, in “Keep It Hid” vengono messi da parte i toni garage – punk più violenti, privilegiando al contrario un approccio ancor più tradizionale alla materia, in cui emerge tutto l’amore del Nostro per la storia della musica americana. Si parte dal blues e dal rock, ovviamente, per poi circumnavigare gli arcipelaghi del country, del folk, del Detroit Sound originario, della ballata ancestrale, della psichedelia, non disdegnando persino qualche puntata verso il soul. Ci sono gli Stooges, Johnny Cash, Bo Diddley, B.B. King, Muddy Waters, Creedence Clearwater Revival, Cream e Led Zeppelin. Più un pizzico di Tom Waits. La voce di Dan è calda al punto giusto, perfettamente calata nella parte. Ma è la sua chitarra il punto focale del disco, straordinariamente duttile, in grado di passare da distorsioni ricolme di fuzz a riff acidi e rallentati a delicati arpeggi acustici senza mai perdere l’orientamento. L’accompagnamento ritmico è funzionale, calibrato e mai ingombrante, mentre qua e là compare il timbro dell’organo hammond, che rende l’album ancor più ancorato ad un tempo senza tempo.
In “Keep It Hid” si respira un’aria casalinga, di artigianato musicale d’altra epoca. Non stupisce che anche James Quine, zio di Dan, sia della partita, e che “Whispered Words” sia stata scritta dal padre dell’artista. Amici e parenti che hanno contribuito alla stesura di un disco meraviglioso, ancora interamente ascoltabile sul myspace ufficiale del musicista. Affrettatevi a sentirlo!
Stefano Masnaghetti