Occasione più unica che rara quella che la serata del Love festival 2009 di sabato ha offerto a migliaia di convenuti. Lo stadio Armando Picchi di Livorno è stato popolato sin dalle prime ore del pomeriggio, platea che aspettava le leggende Kraftwerk e il pazzo furioso Richard D. James, aka Aphex Twin.
I Kraftwerk sono una leggenda consacrata della musica elettronica. Questa è la base di partenza. Ralf Hutter ha tipo 63 anni. Questo è un dato di fatto. Il loro set di questa sera è candidato a essere uno dei migliori di questo 2009. Questo, infine, è il giudizio che ci sentiamo di dare a posteriori. Un concerto impressionante, che invero ha lasciato qualche dubbio sull’effettivo ‘happening’ che si stava consumando: il sound perfetto e l’incredibile resa di tutte le frequenze sono stati oggetto di discussione tra i fans, certo è che l’impressione di assistere a un qualcosa di talmente perfetto da essere irreale è stata forte solo a posteriori. Esatto, a posteriori, perché durante i pezzi c’era un macello tale da rendere inutile qualsiasi riflessione. Quattro megaschermi enormi e un gioco di luci continuo hanno contornato un best of show di altissimo livello, che ha trasportato il Love Festival in un’atmosfera cybernetica retrò a tratti quasi eccessiva. Inutile cercare di individuare un picco: indubbiamente “Das Modell”, “Tour De France” e “Autobahn” hanno rappresentato picchi emozionali enormi, la chiusura con “Boing Boom Tschak”, “Aero Dynamik” e “Musique Non Stop” è stata memorabile. Poche pause e scarsissima interazione, ma era tutto prevedibile. Chissà se li rivedremo, certo è che in pochi si aspettavano una botta simile da queste istituzioni della musica elettronica!
Dopo l’uragano Kraftwerk non era facile per James salire sul palco. Quando però hai dalla tua un’abilità tale nel miscelare ambient, dance, hardcore trance e chi più ne ha più ne metta, difficilmente puoi fallire. Se a tutto questo aggiungiamo delle luci stroboscopiche e immagini psichedeliche da ultratrip nocivo, il successo è assicurato. Come in un enorme rave party legalizzato, ognuno si è sentito autorizzato a lasciarsi andare, investito dalle bordate elettroniche di Aphex Twin. Unico neo l’irriconoscibilità di alcune tracce dovute a un volume esagerato che ha funestato i timpani dei compiaciuti convenuti, rendendo fumosi alcuni passaggi. Dato di poco conto, visto che quello che conta a uno show simile è il livello di sballo che si sperimenta assistendo a una serata con due nomi tanto clamorosi.
Promossi tutti. Artisti, organizzazione, pubblico. All’anno prossimo, Come (back) to daddy!