[Psichedelia/Progressive] Os Mutantes – Haih Or Amortecedor (2009)
Hymns Of The World Pt.1 – Querida Querida – Teclar – 2000 e Agarrum – Baghdad Blues – O Careca – O Mensageiro – Anagrama – Samba Do Fidel – Neurociencia Do Amor – Nada Mudou – Gopala Krishna Om – Hymns Of The World Pt.2
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I Mutanti (Os Mutantes significa proprio questo) sono sempre stati un oggetto misterioso. Quando uscì il loro incredibile esordio omonimo, nel 1968, erano considerati i più giovani esponenti del tropicalismo, oltreché i meno ortodossi. Eretici fra gli eretici, si direbbe, dato il carattere rivoluzionario del movimento ‘guidato’ da Gilberto Gil e Caetano Veloso, sia a livello musicale sia a livello politico. Difficile dire quanto dovevano alla musica popolare brasiliana e quanto all’acid rock e alla psichedelia dei loro coetanei americani e inglesi. Quel che è certo è che “Os Mutantes” era davvero una pepita d’oro, per nulla inferiore ai più famosi ‘nuggets’ setacciati dalla coppia Holzman – Kaye; uno spericolato collage di distorsioni in fuzz, dilatazioni psichedeliche, garage primigenio, jazz latino e folk tropicale. Peccato che con il passare degli anni e dei dischi la band brasiliana si sia rivolta a strutture più normative e meno ardite, fino a giungere nel 1978 allo scioglimento.
Evidentemente trent’anni di pausa sono serviti a riordinare le idee. Anzi, a disordinarle di nuovo, perché il pregio maggiore degli Os Mutantes è, probabilmente, la folle energia creativa offerta senza soluzione di continuità né schemi di sorta. Deve fluire inarrestabile e irrazionale come nei loro primi lavori. E “Haih Or Amortecedor” fa esattamente questo, fregandosene altamente di concetti come ‘organicità’ o ‘equilibrio’, e proprio per questo risulta bellissimo e riuscito. Oggi, della formazione originaria, è rimasto solo Sergio Dias Baptista, eppure la nuova line – up funziona lo stesso a meraviglia. In 50 minuti di durata i Mutanti del terzo Millennio non si risparmiano e ci offrono la ‘consueta’, dissennata raffica di psichedelia anni Sessanta (Querida Querida), ballad di folk progressivo in chiave brasiliana (Teclar), samba e orchestrine circensi (2000 e Agarrum), cha cha cha camuffati da samba (Samba Do Fidel), bossanova con hammond (O Careca), jazz da big band degli anni Trenta (Baghdad Blues), rockabilly sciolto nell’acido lisergico (Neurociencia Do Amor), jingle – jangle acustici sfregiati da assoli elettrici (O Mensageiro) e raga – rock mutante (Gopala Krishna Om).
Un disco veramente bello, un ritorno di quelli che contano, e nonostante siano passati più di quarant’anni dal loro debutto, per gli Os Mutantes il tempo sembra essersi fermato. Raro conservare così tanta freschezza ideativa dopo tutto questo tempo e dopo tre decenni di inattività d’ensemble. Non solo: “Haih Or Amortecedor” più esser visto anche come occasione per rinverdire il mito e per avvicinare i ragazzi d’oggi ai vecchi album di questo fenomenale gruppo brasiliano.
Stefano Masnaghetti