Quello che ci presenta la Octopus Records è senza dubbio un lavoro ambizioso: un album di cover, un omaggio al Syd Barrett solista da parte di gruppi più o meno underground, secondo stili ed approcci molto diversi fra loro.
Si sa, un lavoro del genere può essere tanto bello quando orrendo: profanare un mostro sacro come Syd Barrett avrebbe potuto portare a risultati catastrofici, ma invece “Clowns And Jugglers” è un album estremamente ben fatto ed eterogeneo.
Partendo dal presupposto che quando si fa una cover raramente ha senso riproporla esattamente come l’originale (e qui di filologi ci sono solo i Roses Kings Castles, nuovo progetto di Adam Ficek dei Babyshambles, Moltheni e gli immensi, stavolta bisogna dirlo, Jennifer Gentle), la qualità migliore di questo album è declinare l’ipnosi psichedelica dei brani dell’ultimo Barrett secondo i modi dei nostri tempi.
Si passa quindi dall’elettronica guidata dal theremin degli Atari (Terrapin), al noise di Super Elastic Bubble Plastic (Dominoes) e Mesmerico (No Good Trying), per arrivare al trip – hop dei Vanproof (Baby Lemonade). Bella la prova del supergruppo Mad Hatters Project che restituisce a pieno la magia lisergica di un brano come Octopus: in questo caso i complimenti vanno alla capacità di evocare un’atmosfera.
Episodi disturbanti non ce ne è, eccezion fatta per l’esagerazione dei Gasparazzo, che rifanno “Love You” in chiave reggae dimenticandosi di non essere gli Easy Stars All Stars alle prese con “The Dark Side of the Moon”, e del garage un po’ troppo rudimentale dei From Tropics With Love (Rats).
Nella sua totalità “Clowns And Jugglers” è un bell’omaggio, un disco godibile e contiene almeno tre o quattro pezzi di qualità. Una quantità notevole, pensando che si parla di cover, ché le cover di qualità sono le bestie più rare al mondo.
Francesca Stella Riva