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Andrea Carboni arriva a questo album dopo dieci anni di carriera e di concerti dal vivo, un Ep, “L’amore Manifesto”, che aveva convinto praticamente tutti e dopo la vittoria ad un concorso, “Cuoio e Nuvole”, che gli aveva permesso, nel 2008, di registrare alcune delle tracce adesso presenti in questo album.
Come tutta la sua passata produzioone, convince anche questo album, che si dipana leggero fra melodie di chitarra acustica da chansonnier folk e virate verso una musica più teatrale e sofferente spesso incalzate da arrangiamenti di archi che stupiscono per violenza e inquietudine.
Fra le prove migliori ci sono la francofona (Andrea Carboni si divide fra Pisa, dove è nato, e Ginevra) “Des Larmes Et Leurs Cendres”, impreziosita da un finale in maggiore rassicurante come nella migliore tradizione e “Stanno Arrivando”, marziale e così tanto scomposta e spezzata da rivelarci una pesante influenza dei Radiohead nella composizione che getta una luce diversa su tutto il resto dell’album.
Peccato per la voce, spesso tirata in un falsetto ostentato che fa perdere di vista l’estrema musicalità e l’immediatezza dei pezzi. Viste attraverso il filtro del virtuosismo tecnico, tante idee vocali risultano pretenziose invece che geniali: l’impostazione, si sa, quando è esasperata fa spesso più danni che altro. Come diceva una vecchia pubblicità degli pneumatici Pirelli “La potenza è nulla senza controllo”.
Francesca Stella Riva