http://www.interpolnyc.com/
http://www.matadorrecords.com/
Alla sottoscritta sono stati necessari N ascolti di questo disco omonimo degli Interpol per sviluppare una qualche opinione, premessa credo necessaria. Interpol è un lavoro che se fosse uscito come esordio di una band emergente nel settembre del 2010 avrebbe fatto gridare al miracolo: ha un suono pieno e ricco, è prodotto bene, ha un’atmosfera rarefatta e malinconica come si conviene e si fa ascoltare in maniera fluida dall’inizio alla fine.
Questo direi se fosse un disco di esordio ma, come sappiamo tutti, non lo è. Gli Interpol sono alla loro quarta prova in studio, hanno già raccolto gli onori della cronaca soprattutto grazie ai primi due album (“Our Love to Admire” rimane ancora oggi l’anello debole della loro produzione) ma la promessa pare non mantenuta. Sin dall’inizio della carriera tacciati di essere troppo derivativi, gli Interpol erano però stati capaci di creare un sound profondamente distintivo, nonostante le influenze più che riconoscibili, una sorta di sintesi riuscita di vari fattori che, di fatto, creava un suono nuovo e caratteristico; il primo elemento ‘dissonante’ di “Interpol” è proprio questo: nel marchio sonoro c’è qualcosa di diverso e il risultato è straniante. Il suono è più pieno, arricchito soprattutto da parti di piano e da chitarre maestose, ma dove spogliato di questi elementi di novità manca di quell’incisività di stile data dal predominio del basso e della voce di Banks. Non fraintendiamo, la sezione ritmica rimane ottima come anche il cantato, tuttavia in nessun brano c’è un vero crescendo e la musica segue sostanzialmente i testi che raccontano di come insieme al successo possa arrivare anche la noia e il degrado e di come si possa cercare di ritrovare qualcosa di buono in sé e negli altri senza tuttavia sperarci troppo.
Ed è paradossalmente nei brani dove il gruppo si abbandona a questo mood e si distacca più marcatamente dai successi del passato che si possono trovare gli spunti migliori come ad esempio in “Lights” (primo singolo estratto) e in “All the Ways”, probabilmente il pezzo più riuscito del disco. Da segnalare anche “The Undoing” che conclude l’album, “Al puro perder el ganar no compara” è una delle frasi più citate dai fans su Internet.
Claudia Piras