Stone Breaker – Paranoid Opioid – It Is That Way – Dirty Hands Empty Pockets-Already Gone – Rise River Rise – Never Turns To More – Infinite War – So Much Left Behind – Backslider – World On Fire – Crown Of Thorns – In The Arms Of God
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Erano molto grandi le aspettative su nuovo lavoro del gruppo di Pepper Keenan, dopo due dischi eccellenti come "America's Volume Dealer" e come, soprattutto, l'eccezionale secondo lavoro dei Down.
Ma stare alla pari con le aspettative altrui è spesso un compito ingrato, e in effetti questo pur onesto "In The Arms Of God" un po' di amaro in bocca lo lascia. E' un lavoro molto lungo e compatto, forse effettivamente troppo lungo, e troppo compatto. Perché se i primi due o tre brani sono effettivamente abbastanza efficaci nel loro incedere sabbathiano e maestoso, e "Dirty Hands Empty Pockets" cattura con il suo groove, il disco nella sua interezza risulta un po' ripetitivo, troppo appiattito sul canone dell'hard rock lento e granitico, e manca troppo di dinamismo per non annoiare, per non apparire sfilacciato e uguale a se stesso in quasi ottanta minuti di durata. Un buon album tutto sommato, in cui comunque la genuina vena rock dei protagonisti la fa da padrona, ma indubbiamente non all'altezza dei suoi illustri predecessori.
S.R.