[Heavy Metal] Jon Oliva’s Pain – Global Warning (2008)

Global Warning – Look At The World – Adding The Cost – Before I Hang – Firefly – Master – The Ride – O To G – Walk Upon The Water – Stories – Open Your Eyes – You Never Know – Someone/Souls

http://www.jonoliva.net
http://www.afm-records.de/

Quale sarà mai il dolore di Jon Oliva? Sicuramente non aver mai raggiunto il successo che i suoi Savatage si sarebbero meritati e avere fatto invece i soldi con il side-project Trans-Siberian Orchestra. D’altra parte, Jon nelle interviste è stato chiaro: lo spirito dei Savatage continua nella TSO, e la leggendaria band di metal sinfonico non farà più nulla che non sia un tour d’addio. Ai fans cosa rimane? Il progetto solista Pain. Una roba insomma da non capire se esserne felici o incazzati. L’unica cosa che si può fare è accettare questo progetto come unica fonte possibile di musica pesante da parte di Oliva. E proprio lui ha onestamente ammesso: di ‘Savatage Light’ si tratta.
Come nei precedenti Tage Mahal (2004) e Maniacal Renderings (2006) abbiamo heavy metal dall’animo molto sinfonico, spinto dalla voce cartavetrata di Jon, dal suo piano e dalle sue orchestrazioni. Sarebbe disonesto dire che si tratta di roba fatta con la mano sinistra, ma troppo buoni a non dire che si potrebbe fare molto di più. Ci sono i riffoni di ‘Adding The Cost’ (con pure l’aiuto di Ralph Santolla alla chitarra), si gioca a fare i Queen heavy metal in ‘Look At The World’, si gioca sia con l’elettronica (‘Master’) che con l’acustica (‘The Ride’)…insomma, il disco scorre e tiene impegnati. Scendono anche le lacrime quando arriva la sola voce di Jon e il suo pianoforte in ‘O to G’… Ma è sempre la stessa roba di sempre e manca la Magia. Si ascolta con piacere, è meglio degli altri due, cresce pure di emozioni verso il finale. Anche tecnicamente un passo avanti rispetto ai precedenti lavori ma noi vogliamo i Savatage in tutta la loro gloria e basta!

M.B.

 

Odio recensire dischi come questo. Dovrei parlarne male, perché Jon Oliva sono… quanti anni? 25-28? Beh, sono parecchi anni che insiste con la sua musica, prima a nome Savatage, poi a nome Trans-Siberian Orchestra e ora come Jon Oliva’s Pain (e non parliamo dei vari dischi pubblicati dai vecchi compagni d’avventura). In questo non c’è niente di male, il punto sostanziale è che Gutter Ballet dei Savatage è stato pubblicato nel 1989 dopodichè il buon Jon non ha fatto altro che pubblicare variazioni sul tema, ovvero un’ottima miscela di power metal di stampo americano, rock stelle e strisce e infatuazioni per il musical. La formula si è ovviamente affinata col tempo, raggiungendo altissimi qualitativi, ma oggi, dopo 20 anni e tanti (troppi?) dischi, dico basta.
Quando di un disco riesci a prevedere ogni nota è un gran problema… ed è pure un peccato perché la qualità c’è. Il nostro sforna sempre melodie di ottimo gusto, riesce sempre un po’ a coinvolgerti, riesce sempre a farti digerire la sua voce roca e sgraziata, riesce sempre a comporre brani piacevoli, retorici, ma piacevoli. Il dramma è che non lasciano il segno, non te ne ricordi una, ti divertono finché durano ma, finito il disco, è come se non lo avessi mai ascoltato.
Facciamo così, se siete fan del pingue Jon compratelo a scatola chiusa, ne trarrete il giovamento che meritate, tutti gli altri acquistino un disco dei Savatage, ad esempio Streets, e se la godano.

S.D.N.

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