[Metalcore] 36 Crazyfists – The Tide And Its Takers (2008)
The All Night Lights – We Gave It Hell – The Back Harlow Road – Clear the Coast – Waiting on a War – Only a Year or So… – Absent Are the Saints – Vast and Vague – When Distance is the Closest Reminder – Northern November – The Tide and Its Takers
http://www.36crazyfists.com/
http://www.ferretstyle.com/
Nessuna sorpresa per i vecchi fan del quartetto un po’ metalcore/emo/melodic proveniente da Anchorage, Alaska: “The Tide And Its Takers” non propone nessun sconvolgimento a livello compositivo, ma va bene così. Perchè se da una parte non è avvenuta nessuna evoluzione, dall’altra la gamma di sonorità che ha da sempre contraddistinto i nostri dal resto del panorama metal del nuovo millennio trova in questa uscita la sua migliore espressione.
Se già col precedente “Rest Inside The Flames” i quattro avevano dato prova di aver raggiunto un’ ottimo livello di equilibrio tra due opposti apparentemente inconciliabili, con questa nuova uscita non fanno che ribadirlo, affinando ancora di più quello che è ormai il loro marchio di fabbrica. La voce camaleontica di Brock Lindow è sempre la solita sicurezza, i passaggi tra cantato aggressivo quasi hardcore e vocalizzi “tremuli” avvengono così tanto in scioltezza che un nuovo ascoltatore verrebbe facilmente tratto in inganno, arrivando a pensare che ci siano due frontman diversi anziché uno solo.
L’opener “The All Night Lights” e la successiva “We Gave It Hell” danno un chiaro esempio del lato più pesante del combo, espresso ulteriormente su “Absent Are The Saints”, mentre pezzi come “The Back Harlow Road” e “Waiting On A War” sfoggiano sfumature melodiche. C’è da dire però che nessun brano è esageratamente centrato su un estremo solo: in questo i 36 sono maestri nel creare composizioni perfettamente bilanciate che non annoiano mai.
Insomma un album piacevole e “diverso”, che potrebbe stupire positivamente anche chi non è appassionato del cantato pulito ed è per un sound generalmente più “cattivo”; per i fan storici una nuova conferma.
Nicolò Barovier
Hanno giocato i ragazzi dell’Alaska, mettendo in campo probabilmente troppe influenze per il successore del buon “Rest Inside The Flames”. Troppe concessioni allo screamo e a qualche faciloneria da emo-kids hanno rischiato di far deragliare il combo accasatosi presso la Ferret Records.
Globalmente “The Tide And Its Takers” non è un affatto un brutto disco, è però un mix di troppi elementi che alla lunga non porta da nessuna parte, che si regge sulle composizioni classicamente Crazyfists (le prime due o l’intimista “Only A Year Or So” o anche la very-emo “When Distance Is The Closest Reminder”) e che aggiunge poco con le divagazioni crossover che si trovano al suo interno. Sufficiente, ma proprio al pelo.
Paolo Sisa