[CD 2] Silence – The Order Of Destiny – Ignotum Per Ignotius
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Nella loro carriera gli Esoteric, oltre ad essere stati tra i padri fondatori del funeral doom (insieme ai Thergothon e a pochi altri), oltre ad aver spinto all’estremo i concetti stessi di lentezza e pesantezza, fino a giungere a commistioni con il death metal e con certa psichedelia cupa e malata, non hanno mai deluso in nessuna delle loro emissioni discografiche. Il nuovo doppio album, che esce a quattro anni di distanza dal precedente “Subconscious Dissolution Into The Continuum”, non fa che confermare questa tradizione.
Con “The Maniacal Vale”, anzi, il quintetto Inglese ha deciso di tornare alle atmosfere di “Epistemological Desponency” e di “The Pernicious Enigma”, a partire dalla durata del disco: sette pezzi per un’ora e quaranta minuti di musica. Oltre a questo, e messe da parte alcune suggestioni più squisitamente moderniste e sperimentali presenti negli ultimi due platter, gli Esoteric ricordano a tutti di essere, ancora oggi, i leader indiscussi del movimento funeral, capaci di annichilire l’ascoltatore con opprimenti suite di venti minuti, entro le quali un appassionato di tali sonorità può trovare tutti gl’ingredienti fonici in grado di renderlo felice, dalle tastiere lente e ipnotiche alle chitarre lorde e ribassate, passando per vocals distorte e tempi di batteria catatonici (cfr. “Circle” e “Ignotum Per Ignotius”, che aprono e chiudono l’intero lavoro). Non mancano neppure le accelerazioni death (cfr. “Caucus Of Mind”) e i maestosi crescendo (cfr. “The Order Of Destiny”), da sempre presenti nel loro bagaglio stilistico. I testi si basano, com’è loro consuetudine, sulla dialettica tra sublime e tragico, altro aspetto che ha reso famoso il gruppo del Worcestershire.
“The Maniacal Vale” non aggiunge nulla a quanto detto in passato dagli Esoteric: si tratta semplicemente di una conferma (e che conferma!); nonostante sedici anni d’attività e cinque full – length alle spalle, i maestri indiscussi del doom estremo rimangono loro, privi del timore di poter essere scalzati da chicchessia. Altro tassello imprescindibile di una carriera leggendaria.
Stefano Masnaghetti