Per chi non sapesse di chi stiamo parlando, i Gossip sono quella band americana capitanata da Beth Ditto, carismatica ed eccentrica cantante, che nel pieno dell’ondata indie rock del decennio scorso si è fatta notare con il bell’album “Standing In The Way Of Control” (anche se i più attenti forse già all’epoca li conoscevano) per poi esplodere definitivamente con “Music For Men” del 2009. In quel disco è contenuta Heavy Cross, primo singolo e tormentone utilizzato fino allo sfinimento. Ecco, se proprio non sapete niente di indie rock, se non avete idea di chi sia Beth Ditto, in qualche modo Heavy Cross vi sarà capitato di ascoltarla, per radio, o in televisione ad accompagnare qualche fastidiosissimo spot pubblicitario.
Nonostante il boom mediatico dato da questo singolo, dei Gossip conservo una ottima opinione. Il nuovo album “A Joyful Noise” arriva a distanza di tre anni dal precedente ed è anticipato dal singolo “Perfect World”. Un brano un po’ cupo e con chiari riferimenti sonori appartenenti agli ormai ripescatissimi anni ’80, pezzo che esplode sempre grazie alla melodia vocale che apre la canzone mostrando scenari decisamente più pop e in grado di catturare.
Il resto non stravolge molto quello che è lo stile ormai consolidato del gruppo statunitense. Si fa un uso massiccio di sintetizzatori e suoni dance. Il risultato a volte lascia un po’ perplessi come nella seconda traccia “Get A Job” in cui la Ditto sembra quasi voler scimmiottare Lady Gaga. Sembrano più riuscite invece “Move In The Right Direction” che spinge molto sulla cassa dritta e “Get Lost” con una tastiera da dance anni ’90 a reggere l’intero pezzo. Gli altri momenti che compongono la playlist di 11 brani, sono più vicini ai cd precedenti con momenti più intimi e melodici come in “Into The Wild”.
In complesso l’intera opera si fa ascoltare bene, spiazza un po’ inizialmente ma con gli ascolti successivi ti cattura. La capacità del gruppo di far ballare è ristata immutata, la ricerca della melodia è molto facile grazie alla voce di Beth che regge quasi da sola tutti i pezzi. Sicuramente la strada percorsa è molto più vicina ai territori pop che a una cultura indie più sotterranea e vicina agli esordi…
Giuseppe Guidotti
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