Sito Ufficiale della band
Pagina MySpace
Etichetta Discografica
Terzo album per i Misery Index, conosciuti agli inizi per essere nati da una costola dei Dying Fetus, ma affermati poi nel tempo grazie alla qualità dei propri lavori, fra cui questo Traitors si colloca come il disco più ambizioso mai prodotto dagli americani.
Lo stile dei Misery Index rimane incentrato su un grind/death di buonissima fattura, che alterna parti ultraveloci a rallentamenti mosh senza sosta per tutta la durata del platter, mettendo in luce tutta l’esperienza accumulata in anni di carriera da Netherton e compagni. Brani che uniscono strutture sufficientemente elaborate, vedi Theocracy, Ghosts Of Catalonia o Occupation, con la consueta carica distruttiva che questo tipo di musica deve necessariamente esprimere, in una rincorsa di ripartenze fulminanti e cambi si regime molto ben congeniati.
La cosa più importante è la forte identità che i Misery Index mostrano di possedere ancora una volta, in un disco in cui le influenze e il riffing si fanno più ricercate, con un paio di finezze tecniche niente male, la mano dei nostri è riconoscibile sin dai primissimi secondi, grazie a un feeling ben preciso che pervade ogni secondo del disco, oltre alla consueta maiuscola prova strumentale della band e vocale di Netherton, che ormai dovrebbe essere una voce di casa per tutti gli appassionati.
Diciamo pure che in questo generoso 2008, per quanto riguarda il metal estremo, Traitors potrebbe essere messo in secondo piano rispetto ad altri dischi ben più consistenti, avendo dalla propria buone canzoni, trascinanti e violente a dovere, ma non a livello delle vette registrate in questi mesi. Rimane comunque un full-length ben oltre la media, che non mancherà di mietere vittime.
Stefano Risso