Che il mastermind Stefan Weinerhall abbia rispolverato il libro degli incantesimi lo si intuisce subito: pur utilizzando gli stessi preziosi ingredienti sembra che finalmente la miscela sia tornata a dar vita alla magia. Lo spumeggiante power metal melodico è sempre presente ed elemento portante della band la quale, però, cerca in ogni brano di inserire passaggi originali ed emozionanti anche grazie alla grande teatralità di un Mathias Blad mai così a suo agio su liriche dalla mille sfaccettature, sempre originali e che aiutano a dare il giusto tocco di imprevedibilità ai brani. Ad enfatizzate il tutto c’è anche una voce femminile che si affianca ai registri vocali di Mathias.
I brani in lingua svedese presenti sono ben tre (“Vargaskall”, “Viddernas Man” e “Skula Skorpa”) e devo ammettere che hanno successo nell’aumentare le ricche suggestioni presenti nel platter.
L’unico limite che mi sento di sottolineare è legato ad alcune melodie che, nella componente più marcatamente power del disco, tendono ad essere un po’ banali, ma che vengono fortunatamente interrotte da inserti folk ed articolate evoluzioni canore come ad esempio nell’opener “Field Of Sorrow” e nella eclettica “Mountain Men“.
Un disco ispirato, quindi, che oltre ad essere ottimamente suonato e prodotto è ricco di sorprese e di atmosfere. Un disco che ripresenta una band che non deve più temere scomodi paragoni, perché in fondo, per vivere le ambientazioni medioevali non è necessario parlare di epiche battaglie ed impavidi condottieri: si può cercare la stessa magia anche tra ladri e mendicanti.
Marco Ferrari