[AvantGarde] Diamanda Galas – Guilty Guilty Guilty

 

8 Men and 4 Women (O.W. Wright) – Long Black Veil (Johnny Cash) – Down So Low (Tracy Nelson) – Interlude (Time) (Timi Yuro) – Autumn Leaves – O Death (Ralph Stanley) – Heaven Have Mercy (Edith Piaf)

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Diamanda la pazza, la strega, la regina dell’avant-garde, del gotico, 3 ottave e mezzo di voce. Una tecnica vocale e strumentale assolutamente fuori dall’ordinario. A 53 anni suonati la strega è ancora sensuale e terrificante.

Registrato live tra il 2005 e il 2006, Guilty Guilty Guilty raccoglie sette pezzi su amori tragici, reinterpretati dalla cantante americana. La ‘serpenta’ parte da radici blues, gospel e jazz per rimodellare strazianti lamenti d’amore, già resi noti da artisti come Johnny Cash ed Edith Piaf. Diamanda si contorce sul pianoforte, con un virtuosismo pieno di rabbia e passione: soffici blues crescono aizzati dalla tecnica percussiva della Galas fino a crescere in deliri avant-garde. La voce è ovviamente la vera protagonista: dalla disperazione al terrore, dalla speranza alla follia, Diamanda ha una totale padronanza delle corde vocali, tale da far precipitare una dolce e profonda ballata in un’invocazione demoniaca.

Per chi non ha idea di cosa stia capitando, si immagini una Anastacia (tanto per citare un’artista mainstream conosciuta) strafatta di assenzio e posseduta dal demonio. L’opera è molto interessante, anche più accessibile di altre produzioni dell’artista, anche se va presa comunque per quello che è: piano, voce, sperimentazione avant garde. Un’opera di buon livello e non dispersiva, che sarà di sicuro apprezzata da tutti i fan della cantante e dei temi, ma anche un buon punto di partenza per chi ha il coraggio di provare qualcosa di nuovo.

Marco Brambilla

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