[Fusion] Cynic – Traced In Air (2008)

 

Nunc Fluens – The Space For This – Evolutionary Sleeper – Integral Birth – The Unknown Guest – Adams Murmur – King Of Those Who Know – Nunc Stans

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Lo abbiamo aspettato per quindici anni. Quindici anni passati ascoltando Focus, disco rivoluzionario in cui i Cynic sbatterono la Fusion in faccia ai patiti di Death Metal. Focus ci ha insegnato tanto, ci ha permesso di crescere e a lungo ci siamo interrogati su come potesse evolvere un discorso di quel tipo.

Attendevamo questo ritorno, ma ne avevamo contemporaneamente paura. Negli ultimi tempi abbiamo assistito a troppe rimpatriate che altro non erano che uno sterile scimmiottare i bei tempi andati. Band che cercavano, con scarsi risultati, di dimostrare di essere ancora all’altezza del loro nome, del loro passato, dei loro capolavori. Che strada avrebbero scelto i Cynic? Il ritorno al passato? Uno sconvolgimento totale? Quindici anni sono lunghi e lasciano il segno del loro passaggio. Su un disco hai 22 anni, sei un cazzone pieno d’adrenalina pronto a spaccare il mondo, su quello successivo nei hai 37, sei pieno di cicatrici e guardi necessariamente il mondo in un altro modo.

E allora? Allora ti ritrovi con i tuoi compagni di squadra del tempo e riprendi il discorso lì, dove lo avevi interrotto. Ci abbiamo impiegato 15 anni a capire Focus e forse solo adesso è possibile provare a fare un passo in avanti verso l’ignoto. Ora che abbiamo smesso di essere ottusi metallari, che siamo vecchi, stempiati e forse pure con la panza. Ecco allora che Masvidal e compagni portano il discorso allo step successivo: su Focus avevamo death metal e jazz fusion ad alternarsi, in alcuni casi a compenetrarsi, rabbia, tecnica stellare e brani pieni di idee e soluzioni incredibili sorrette da questo dualismo. Oggi non c’è più dualismo, i due linguaggi si sono appropriati l’uno dell’altro, fusion, nel senso più autentico della parola, e poco importa che invece di rock e jazz, si parli di metal e jazz.

Se dovessimo trovare un unico aggettivo per descrivere Traced In Air useremmo “intenso” ed è tutto chiaro fin dall’intro tribale “Nunc Fluens”. Dopodiché è un continuo sali e scendi emotivo, in cui momenti introspettivi dove il vocoder di Masvidal, ancora più etereo e soffuso (direttamente dall’esperienza Aeon Spoke), si scontra con riff aggrovigliati in sé stessi e con la sezione ritmica impossibile della premiata ditta Reinert-Malone. Il cantato in growl è più dosato che in passato e ha come unico scopo quello di sorreggere e rafforzare le linee vocali di Masvidal. Il tutto in un crescendo che sfocerà nella colossale doppietta “Adam’s Murmur” e “King Of Those Who Know”, l’apice compositivo del disco e dei Cynic, prima del soffuso congedo “Nunc Stans”.

Qualche minus habens ha detto che Traced In The Air è brutto perché non è un disco Death Metal. Onestamente, se non siete in grado di comprendere il livello di ispirazione dietro un disco di tale intensità, che nei suoi 34 minuti tenta di tracciare un nuovo standard di approccio alla materia musical, non è certo colpa dei Cynic. Per quanto ci riguarda, passeremo volentieri i prossimi 15 anni ad ascoltarlo, sperando di essere pronti per il prossimo salto nel vuoto.

Stefano Di Noi

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