[Industrial Rock] Marilyn Manson – The High End Of Low (2009)
Devour – Pretty As A Swastika – Leave A Scar – Four Rusted Horses – Arma-goddamn-motherfuckin-geddon – Blank And White – Running To The Edge Of The World – I Want To Kill You Like They Do In The Movies – WOW – Wight Spider – Unkillable Monster – We’re From America – I Have To Look Up Just To See Hell – Into The Fire – 15
http://www.marilynmanson.com
http://www.interscope.com
http://www.universalmusic.it/
Come molti musicisti con una carriera ormai lunga e densa di successi alle spalle, anche Brian Warner opta per un parziale ritorno ai climi dei suoi dischi più famosi, pur aggiungendo un inedito gusto rock a tutto tondo. Personaggio tanto sopra le righe quanto intelligente e scaltro, il cantante ha capito che con la formazione assemblata per il musicalmente mediocre “Eat Me, Drink Me” non sarebbe più andato da nessuna parte. Quindi, fuori Skold e dentro nuovamente Twiggy Ramirez, compagno sin dai tempi di “Protrait Of An American Family” e bassista ben più addentro allo spirito del progetto rispetto all’ex KMFDM. La differenza si sente, eccome.
“The High End Of Low” evita le sbrodolate di dozzinale gothic metal che rovinarono il suo predecessore (“Eat Me, Drink Me” può essere interessante sotto il profilo lirico, testimonianza di una rinascita dopo un periodo orribile vissuto dall’artista, ma le sue canzoni sono quasi tutte malriuscite), si concentra maggiormente sulla musica, lo fa come mai in passato. Mettendo in comunicazione l’anima rock di Marilyn Manson con il suo substrato elettronico; alla fine a prevalere è la prima componente, anche quando gli agganci con le sonorità più propriamente industrial si fanno maggiormente marcati. Questo accade nei quasi nove minuti di “I Want To Kill You Like They Do In The Movies”, ossessiva reiterazione di un unico riff che descrive un viaggio senza ritorno in un inferno personale; nel singolo “We’re From America”, industrial rock sottilmente reznoriano e di buona fattura; nelle atmosfere cupe di “I Have To Look Up Just To See Hell”, via di mezzo fra il glam post industriale di “Mechanical Animal” e i fumi malsani di “Holy Wood”; in “Arma-goddamn-motherfuckin-geddon”, una sorta di “The Beautiful People” (ritmo marziale) aggiornata attraverso questa nuova prospettiva, tanto che viene accompagnata da un vero e proprio hand clapping; nello strambo hip hop di “WOW”, dal ritornello molto simile a quello di “The Dope Show”; in “Pretty As A Swastika”, altro numero fortemente legato allo stile del classico “Antichrist Superstar”, privato però delle componenti elettroniche più destrutturanti.
Tutti pezzi ben congeniati e ben prodotti. Ai quali però manca qualcosa. In particolare s’insinua un sapore di già sentito che rovina gran parte del loro fascino. Non potrebbe essere altrimenti, dato che il riciclo d’idee è palese e incontestabile; e, dopo sette album in studio e milioni di copie vendute in tutto il mondo, è difficile pensare che “The High End Of Low” sarebbe potuto essere qualcosa di diverso. Allora è meglio guardare alle ballad, perché è in questo campo che oggi Marilyn Manson offre il meglio di sé. “Running To The Edge Of The World” e “Into The Fire” sono buoni esempi in questo senso, ma ancor meglio fa “Four Rusted Horses”, miglior brano del disco e piccola gemma di sconforto intrisa di blues.
“The High End Of Low”, nonostante i quasi inevitabili difetti legati al suo essere disco di routine, è comunque un buon lavoro, in grado di essere apprezzato dai fan delusi da “Eat Me, Drink Me”. Difficile chiedere di più al re dello shock rock degli ultimi 15 anni.
Stefano Masnaghetti